I Sassi di Matera: storia di un luogo suggestivo

I Sassi di Matera: storia e foto di luogo unico e suggestivo, patrimonio Unesco, che ha ispirato scrittori e registi da tutto il mondo.

Ho appena avuto l’immenso piacere di visitare Matera, famosa in tutto il mondo per i suoi Sassi. Questo articolo ha due scopi. Il primo è quello di condividere con voi quello che ho visto e scoperto, il secondo è quello di conservarne per me un ricordo scritto.

I Sassi di Matera: cosa sono

Ammetto di aver scoperto con sorpresa dalla guida che il termine Sassi si riferisce a due quartieri, il Barisano e il Caveoso, che comprendono case e chiese costruite dentro grotte naturali. L’effetto per gli occhi è sbalorditivo: la distesa di edifici è di un bianco brillante mai visto in altre città, né fisiche né dipinte. L’impressione è quella di essere in un luogo al confine tra la natura e l’artificio umano. E’ possibile osservare profondi burroni (le gravine), pozzi e masserie fortificate dai pastori. Tutto questo dà vita a uno dei paesaggi più suggestivi del Mediterraneo.

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i Sassi di Matera, Sasso Caveoso

I Sassi di Matera: Unesco (1993)

Geograficamente, ci troviamo sopra la Murgia, un altopiano calcareo caratterizzato da rocce e grotte.
Storicamente, la prima zona abitata risale al Paleolitico. La presenza da oltre 2000 anni di insediamenti umani certificati ha valso ai Sassi un riconoscimento prestigioso. L’UNESCO li ha dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1993. Nel 2007 il nome del sito UNESCO è divenuto “I Sassi ed il Parco delle Chiese Rupestri di Matera“. E’ tutelata anche una zona cuscinetto attorno al sito, proprio per proteggerlo da un nocivo sviluppo industriale.

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La cinematografia legata ai Sassi

I Sassi sono la testimonianza di una civiltà che ha saputo sfruttare straordinariamente il territorio e vivere in rapporto armonioso con esso. Questo paesaggio suggestivo non ha colpito solo me. Fin dagli anni ’50 è stato set di innumerevoli film. Degli anni ’50-’80 ricordo “La Lupa” (1953, Alberto Lattuada), primo film a essere girato a Matera, “Il Vangelo Secondo Matteo” (1954, Pier Paolo Pasolini) e “L’albero di Guernica” (1975, Fernando Arrabal). Dei film girati negli anni ’80 alcuni esempi sono “King David” (1985, Bruce Beresford) e “L’uomo delle Stelle” (1995, Giuseppe Tornatore).

 

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Sassi di Matera, Pasolini sul set di "il Vangelo secondo Matteo"
Pasolini sul set di “il Vangelo Secondo Matteo”

E’ però con l’intenso “La passione di Cristo” (2004, Mel Gibson) che i Sassi si sono affermati con prepotenza nell’immaginario del grande pubblico, internazionale e italiano. Si susseguono uno dopo l’altro i set di film stranieri come “La natività” (2006, Catherine Hardwicke) e “The Omen- il presagio” (2006, John Moore) fino ad arrivare al blockbuster “Wonder Woman” (2016, Patty Jenkins). E questi sono solo una piccola parte dei film girati, a prova dell’unicità di questo luogo. Richard Gere, protagonista di King David, ha dichiarato a proposito del suo film: “Lo rifarei da capo, perché mi ha fatto scoprire una città straordinaria come Matera.”

Sassi di Matera, Set della "Passione di Cristo"
Set della “Passione di Cristo”

Sassi di Matera: storia

Ci sono casi in cui l’arte influenza la realtà. Dagli studi liceali ricordo che lo scrittore torinese Carlo Levi viene confinato in Basilicata negli anni ’34- ’35 dal governo fascista. Giunto a Matera, si trova di fronte abitazioni sovraffollate, dove convivono uomini e animali. Persino le cisterne sono state abitate, con la conseguente drammatica diminuzione dell’acqua a disposizione. Prendere l’acqua al fiume data la natura vasta e scoscesa del territorio era estenuante, soprattutto per dei soggetti deperiti. La mortalità infantile aveva raggiunto un tasso altissimo. I medici e le levatrici erano restii a scendere per prestare soccorso, trasformando gli abitanti in improvvisati soccorritori e levatrici. Solo i più forti di costituzione tra i bambini sopravvivevano.

Cristo si è fermato ad Eboli

Carlo Levi racconta questa drammatica situazione nel libro “Cristo si è fermato ad Eboli“, pubblicato nel 1945: “ Ogni famiglia ha in genere una sola di quelle grotte per abitazione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini, bestie… Le donne magre con dei lattanti denutriti e sporchi attaccati a dei seni vizzi, sembrava di essere in mezzo ad una città colpita dalla peste.” Questa tragedia, unità alla conformazione del luogo, lo spinse a scrivere: “Questi coni rovesciati, questi imbuti si chiamano Sassi, Sasso Caveoso e Sasso Barisano. Hanno la forma con cui a scuola immaginavo l’inferno di Dante.”

Il governo e lo sgombero dei Sassi di Matera

Apprendo da un abitante di Matera cosa è successo in seguito alla pubblicazione di “Cristo si è fermato ad Eboli”. Il libro-denuncia spinse il governo italiano a prendere dei provvedimenti. Palmiro Togliatti, che per primo giunse a Matera nel 1948 per verificare personalmente la situazione, definì i Sassi “Vergogna nazionale”. La mancanza di acqua corrente e di un sistema fognario spinsero il governo allo sgombero obbligatorio dei Sassi. Questo non avvenne certo senza proteste da parte degli abitanti, abituati ad certo tipo di vita. Visitando i Sassi può notare che le abitazioni sono sprovviste di finestre, come descritto da Carlo Levi: “Le grottesche non prendono altra luce ed aria se non dalla porta. Alcune non hanno neppure quella: si entra dall’alto, attraverso botole e scalette”.

C’era un rapporto viscerale con il vicinato, che era soccorso, condivisione ma anche regole. Ciascuno poteva prendere dalla cisterna un quantitativo stabilito di acqua e aveva a disposizione un certo spazio per stendere il bucato (un metro circa). Un modo per convincere la popolazione a spostarsi in nuovi quartieri fu quello di mantenere il vicinato, trasferendo nello stesso condominio le famiglie che vivevano in case-grotte vicine. La mia guida improvvisata mi racconta dello stupore di sua nonna nel vedere la luminosità della nuova casa e la sua fatica ad accettare la vasca da bagno.

Il ripopolamento e la tutela dei Sassi

Il sito divenne così disabitato. Negli anni ’70 e ’80 inizio a balenare l’idea di un possibile ripopolamento dei Sassi, divenuto concreto a metà degli anni ’80 con la Legge Speciale n. 771 del 1986. La legge ha lo scopo di ripopolare i Sassi, permettendo agli abitanti di ritornare nei vecchi quartieri. Il rientro è tuttavia regolamentato allo scopo di tutelare la conservazione urbana, ambientale ed economica dei distretti dei Sassi. La legge delega al Comune di Matera la responsabilità della gestione dell’area storica, di proprietà dello Stato. Ogni intervento o attività che abbia un impatto sulla proprietà deve essere svolto con criterio e cura, poiché richiede l’approvazione delle Soprintendenze competenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (D.lgs 42/2004, codice del patrimonio culturale e del paesaggio).

i Sassi di Matera, Sasso Barisano

Ora i Sassi sono di nuovo un centro vivo, ricco di negozi e soprattutto di caratteristici alberghi e ristoranti creati all’interno delle grotte.
Invito quindi chiunque di voi ne abbia la possibilità di visitare questo Sito, per stupire i vostri occhi e per sentirvi un po’ parte di una grande storia che dura da millenni.