Iran, stadi vietati alle donne: tifosa muore

Sahar Khodayara che si era data fuoco , qualche giorno fa, davanti al Tribunale di Teheran è morta a causa delle gravi ustioni riportate

Sahar Khodayari, la tifosa di calcio iraniana, che si era datata fuoco qualche giorno fa davanti al Tribunale di Teheran è morta a causa delle gravi ustioni riportate. Il gesto plateale è il frutto di una protesta contro il divieto per le donne di accedere agli stadi.

In Iran le donne hanno perduto i loro diritti nel 1979. L’ultima volta in cui era loro permesso di entrare negli stadi era il 1981 da quel momento in poi il nulla. Masoud Shojaei, capitano della nazionale iraniana, ha così commentato il tragico evento: “il retaggio medievale che tiene le donne fuori dagli stadi e crea conseguenze drammatiche“. Non è la prima volta che Shojaei si espone, l’aveva già fatto nel 2018 a Kazan.

Il commento della Fifa

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In queste ore la Fifa non si espone particolarmente, afferma soltanto che per gradi smantelleranno il divieto. L’inverno scorso si è assistito a qualche rara eccezione controllata dalla legge. Ad ogni modo entrare in uno stadio è reato se sei una donna e si rischia di andare in galera. 

Il gesto di ribellione della ventinovenne

La 29enne, lo scorso 12 marzo, fu fermata allo stadio Azadi di Teheran in quanto vi si era recata travestita da uomo per assistere alla partire della sua squadra del cuore contro l’Al-‘Ain.

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Khodayari aveva immortalato il momento con un selfie. Successivamente fu portata al carcere femminile ‘Gharchak Varamin‘ a sud di Teheran. Agli inizi di settembre fu convocata da un procuratore di Teheran per il sequestro del suo smartphone e fu condannata a sei mesi per ‘oltraggio al pudore’. In seguito a questa decisione ha scelto di darsi fuoco provocandosi ustioni di terzo grado nel 90% del suo corpo.

L’intervento della deputata Parvaneh Salahshouri

Questo avvenimento ha fatto infiammare l’opinione pubblica mondiale sulla tematica. A sostenere la giovane, si è espressa anche la deputata Parvaneh Salahshouri che ha lanciato diversi appelli sulla sensibilizzazione contro le discriminazioni subite dalle done all’interno dei territori della Repubblica Islamica.  

 

Maria Carola Leone
Maria Carola Leone
Maria Carola Leone, classe 1990. Laureata in Lingue e Letterature Moderne dell’Occidente e dell’Oriente – Curriculum orientale (Arabo, Ebraico e Francese) con votazione 110/110 e lode. Parla correttamente 5 lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico. Da sempre sostenitrice dell’arte e della cultura intraprende il suo percorso da culture-teller a 11 anni quando pubblica il suo primo articolo giornalistico sul quotidiano ‘La Sicilia’. Continua a scrivere fino a quando nel 2012 entra a far parte della condotta Slow Food 570 diventando Responsabile dei Progetti educativi, editoriali e culturali collaborando attivamente e con serietà al progetto. Attualmente è Docente di Lingue Straniere presso una scuola superiore di Palermo, si occupa di Digital Marketing, Traduzioni e sottotitolaggio e collabora per la Condotta Slow Food di Palermo.