Isis: più sbarchi per creare caos

Militanti dello Stato islamico hanno diffuso un video che mostra la decapitazione di 21 egiziani cristiani copti rapiti in Libia tra dicembre e gennaio.

Adesso, gli stessi fondamentalisti dell’Isis, minacciano di attaccare militarmente il nostro Paese con un esodo di massa con oltre duecentomila profughi arrivati in Libia e fatti sbarcare via mare sul territorio europeo per creare una situazione di caos.
Da un messaggio audio diffuso su internet, Abu Mohammad al Adnani, portavoce dello Stato Islamico, minaccia di usare i migranti come arma contro quei paesi che vogliono intervenire in Libia, come l’Italia, e avverte di voler conquistare Roma, spezzare le croci e ridurre in schiavitù le nostre donne. Sempre Abu Mohammad al Adnani, accusa Barack Obama di essere un vigliacco e servo degli ebrei. I missili dei crociati non fermeranno la loro avanzata su Roma.
Le circostanze tragiche e per nulla tranquille di un’azione eversiva da parte del mondo arabo, ha costretto il prefetto Mario Marcone, alla guida del Dipartimento immigrazione del Viminale, a rivedere la strategia di accoglienza e di distribuzione dei rifugiati sul territorio italiano. I centri di accoglienza, come Lampedusa, al momento sono il doppio della capienza, superando le 800 persone presenti fino a qualche giorno fa.
S’invitano tutti i Presidenti di Regione a trovare delle strutture per creare alloggi e garantire assistenza a chi richiede asilo. Rimodulare l’intervento in mare ed evitare di avvicinarsi sulle coste libiche come è accaduto due giorni fa alla motovedetta della Guardia Costiera italiana, minacciata da uomini armati di Kalashnikov al largo di Tripoli.
Si prospetta la chiusura dell’ambasciata italiana in Libia, la fuga in massa degli italiani e un pronto intervento militare. “Se non si trova una mediazione in Libia, bisogna pensare con le Nazioni unite a fare qualcosa in più. “L’Italia è pronta a combattere in un quadro di legalità internazionale”. Dichiarazioni di Paolo Gentiloni, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale nel Governo Renzi. L’Italia schiererà 4800 militari a guardia dei siti sensibili.