Istat, inflazione al +8,1%

I maggiori rincari provengono dai prodotti energetici.

L’Istat ha pubblicato oggi, martedì 17 gennaio 2023, i dati sull’andamento dei prezzi al consumo per il 2022 e le stime per il 2023.

Nel mese di dicembre 2022 l’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3% su base mensile, mentre su base annua ha raggiunto il +11,6%. In media, i prezzi al consumo sono aumentati dell’8,1%, contro l’1,9% del 2021. I dati riportano una crescita esponenziale, la più alta dal 1985.

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I rincari si devono fondamentalmente agli incrementi delle bollette per il consumo energetico e per i prodotti alimentari freschi. Al netto di questi due fattori, l’inflazione si attesta al + 3,8%. Senza gli alimentari freschi, l’incremento complessivo è pari a +4,1%.

Tuttavia, non tutte le notizie sono negative, perché un rallentamento della corsa all’inflazione si evidenzia nei prezzi dei prodotti energetici non regolamentati (mercato libero), degli alimentari non lavorati e di trasporti. Continuano a rincarare, per contro, i prodotti energetici regolamentati, gli alimenti lavorati ed i servizi ricreativi e per la cura della persona.

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L’inflazione è maggiore per le famiglie con minore capacità di spesa (+12,1%) rispetto a quelle con maggiore capacità d’acquisto (+7,2%).

L’inflazione, pari all’8,1% medio annuo, segna un aumento significativo, il più importante dal 1985, quando l’incremento dell’indice dei prezzi registrò  un + 9,2%.

Per il 2023, lì’inflazione acquisita a trascinamento (quella che risulterebbe se i prezzi fossero stabili per tutto l’anno 2023) è del +5,1%, mentre quella prevista per il 2022 fu del +1,8% (poi effettivamente attestata nel +8,1%).