“La capitale tramortita e salvata dal gong”

nubifragio a Roma

Roma, nei scorsi giorni, ancora oggi e forse anche domani, è stata messa a dura prova dal maltempo. La pioggia ha messo quasi ko l’Urbe che non si stende al tappeto grazie al miglioramento meteorologico. Danni, disagi e situazioni di pericolo per tutta la città. Alcune zone e cittadini colpiti duramente dal maltempo.

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Roma. Al quartiere Prima Porta I cittadini chiedono aiuto per i danni subiti e ancora rimangono sotto shock per quanto passato. Oggi, al sindaco Marino presente sul luogo, dicevano: “ l’ acqua non proveniva solo dalla Marana ma dai tombini che sono carenti di manutenzione”. Molti e in diversi quartieri sono gli sfollati. L’aeroporto Leonardo Da Vinci è rimasto isolato,  poichè l’unica arteria di comunicazione Roma- Fiumicino, è risultata per lunghi tratti interrotta. Allagamenti nei pressi della Stazione Tiburtina e in via Tiburtina. La Metro a tratti chiusa e nuovissime stazioni inaugurate fastosamente da pochi anni, si sono allagate con troppa facilità. Problemi anche a via del Corso per il danneggiamento di una tubatura dovuto al maltempo. Mentre su tutta la rete ferroviaria  aumentano i pericoli, e sulle strade problemi gravi dovuti all’apertura di voragini sul manto stradale. Esondazioni del Tevere e dell’ Aniene e preoccupazioni per i quartieri limitrofi in più luoghi. Domenica  notte un barcone si è incagliato a Ponte Sant’ angelo e il circolo Aniene è stato duramente colpito. Tantissime altre le segnalazioni di pericolo, danni e situazioni di emergenza.

Istituito un numero ad hoc per questo tipo di segnalazioni.
Oggi, grazie al miglioramento delle condizioni climatiche, sembra che la situazione stia lentamente tornando alla normalità. Anche i livelli di Tevere ed Aniene stanno lentamente scendendo. Questo è quanto sostengono i Vigili del Fuoco del Lazio.

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La domanda però è una soltanto: è possibile che Roma, appena si presentino delle situazioni climatiche avverse, diventi una diffusa emergenza? Molte situazioni non possono essere imputabili se non al maltempo ma molte, anzi la maggior parte, sono da imputare all’ incuria della città, ai lavori mal eseguiti, mal concepiti e al solito metodo del lavoro in emergenza e non di previsioni precedenti. Ci sono situazioni che si ripetono nel tempo. Ci sono luoghi in cui i problemi non sono mai stati risolti. Si agisce in emergenza e superata quella ci si dimentica del problema che poi si ripresenta. Servirebbe una capillare opera di progettazione che risollevi la capitale da queste situazioni.

Non è assolutamente accettabile che la Capitale si blocchi così facilmente e metta in serio pericolo i cittadini e i loro beni. Per adesso si spera soltanto nella clemenza meteorologica, e si osservano le Istituzioni, che avrebbero come obbligo l’andare aldilà delle solite parole.

Marco G. Caruso

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