Non si arrestano le proteste dei familiari dei pescatori sequestrati in Libia il 1° settembre. Davanti a Montecitorio gridano la loro rabbia: vogliono vedere tornare a casa i loro congiunti.
La nave Antartide è stata sequestrata insieme ad un’altra nave, perché entrati nelle acque libiche. A bordo delle due navi, un totale di 16 persone.
Sono famiglie disperate quelle di questi sedici uomini che sono usciti per andare a lavorare e non sono più tornati. Uno di loro, addirittura, non ha nemmeno potuto vedere la sua primogenita, nata appena 2 giorni prima del sequestro.
Vani, per ora, i vari interventi dell’UGL. Giuseppe Condorelli, segretario UGL, ha lamentato: “Si è perso troppo tempo, il governo nazionale faccia al più presto. Abbiamo lanciato un messaggio di solidarietà alle famiglie di pescatori ed armatori, rivolgendoci a tutti i livelli istituzionali per pervenire alla immediata risoluzione della questione e restituire ai familiari i pescatori e le imbarcazioni“.