L’aborto con la pillola sarà in Day hospital, addio al ricovero di 3 giorni

In Italia cambiano le linee guida in tema di aborto, per abortire non è necessario più il ricovero di tre giorni, sarà sufficiente il day ospital

Cambiano le linee guida in caso di aborto con pillola, la cosiddetta Ru486: non sarà più necessario infatti il ricovero di tre giorni, ma sarà possibile effettuarlo in day hospital. La paziente, potrà giungere nella struttura per poi essere dimessa direttamente nel pomeriggio, o, tutt’al più in serata. In precedenza invece l’iter ospedaliero da osservare era più “macchinoso”, chi voleva effettuare il trattamento con la Ru486 doveva restare in ospedale per tre giorni e questo poteva essere d’intralcio per le esigenze personali.

Dopo dieci anni, infatti, il ministro Speranza ha effettuato una richiesta qualche mese fa al Consiglio superiore della sanità, che è stata accolta. Prima di avere parere positivo, però, la questione ha dovuto ottenere anche la conferma da parte dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco. Non tutte le opinioni a riguardo, però, sono positive. C’è chi ritiene sia incauto questo cambiamento delle linee guida, anche perché attualmente la pillola può essere assunta anche fino alla nona settimana di gravidanza, mentre prima solo fino alla settima. Tuttavia l’istinto, o forse l’esigenza di innovazione, ha prevalso.

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La situazione in Italia sull’aborto

L’aggiornamento delle direttive permette all’Italia di stare al passo con gli altri Paesi europei, e si basa sulle evidenze scientifiche ottenute al seguito di 10 anni di utilizzo della pillola. I dati raccolti rilevano che su 10 interruzioni di gravidanza effettuate nel nostro Paese, solo 2 sono state effettuate utilizzando la pillola, le altre 8 avvengono tramite operazione

Inoltre, circa 7 ginecologi su 10 e 5 anestesisti su 10 si dichiarano obiettori di coscienza. Proprio per questi dati si è deciso di aggiornare le linee guida per rendere più fruibile la pillola da parte delle pazienti, anche in seguito al caso Umbria dove la governatrice della regione aveva reintrodotto l’obbligo del ricovero precauzionale in precedenza abolito dall’ex governatrice Catiuscia Marini. La questione è ricca di implicazioni filosofiche e moraleggianti, tuttavia nel 2020 è necessario dare la possibilità di scelta alle gestanti.

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