L’anteprima italiana del film Il Richiamo della Foresta inaugura la rassegna di Alice MAXXI Family, il programma dedicato alle famiglie all’interno della programmazione di Cinema al MAXXI.
In occasione dell’anteprima, Elisa Del Genio (la giovane protagonista de L’amica geniale),
leggerà alcuni brani tratti dal romanzo di Jack London “Il richiamo della foresta”, capolavoro della letteratura americana pubblicato da Bompiani nel 2015 nella Collana Classici Contemporanei.
Il film con protagonista Harrison Ford arriverà nelle sale italiane il 20 febbraio, distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Per sei appuntamenti, la rassegna di Alice MAXXI Family
– a cura di Alice nella città, diretta da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli – realizzata anche grazie al sostegno della Regione Lazio, punterà sulla scoperta dei classici moderni che esplorano generi e temi cari al pubblico di tutte le età.

Adattamento dell’omonimo classico letterario di Jack London, Il Richiamo della Foresta porta sul grande schermo la storia di Buck,
un cane dal cuore d’oro, la cui tranquilla vita domestica viene sconvolta quando viene improvvisamente portato via dalla sua casa in California e trapiantato nella natura selvaggia dello Yukon canadese durante la Corsa all’Oro degli anni 1890.
Come nuova recluta di una squadra di cani da slitta, di cui in seguito diventerà il leader, Buck vive l’avventura di una vita, trovando il suo vero posto nel mondo e diventando padrone di se stesso.
Tra live-action e animazione, Il Richiamo della Foresta utilizza effetti visivi e tecniche di animazione all’avanguardia per trasformare gli animali del film in personaggi completamente fotorealistici e autentici a livello emozionale.
“Harrison ha arricchito notevolmente il film – afferma il regista Chris Sanders.
– Nel libro, Thornton affronta determinate situazioni insieme a Buck, ma non credo che il suo personaggio sia molto definito. Una delle cose meravigliose che Harrison è riuscito a fare è stata trovare e creare quel personaggio. È riuscito a definire la sua essenza”.
Harrison Ford è affiancato da un cast che comprende Omar Sy, Dan Steven, Karen Gillan e Bradley Whitford. Chris Sanders dirige il film a partire da una sceneggiatura firmata da Michael Green. Il film è prodotto da Erwin Stoff, p.g.a. e James Mangold, p.g.a., mentre Diana Pokorny e Ryan Stafford sono i produttori esecutivi.
CREARE BUCK
In questa versione cinematografica del 21° secolo de Il Richiamo della Foresta, Buck avrebbe dovuto sostenere sulle proprie spalle l’arco emotivo di tutto il film: per questo motivo, doveva apparire completamente credibile in ogni circostanza.
Per riuscirci, Stoff e Sanders hanno subito ingaggiato l’acclamato produttore degli effetti visivi Ryan Stafford, che è anche uno dei produttori esecutivi del film, e il visual effects supervisor candidato a tre premi Oscar® Erik Nash.
Inizialmente il film era stato ideato come un progetto guidato dalla CGI, ma poi i filmmaker hanno optato per un approccio più ibrido, incorporando un numero maggiore di riprese dal vivo e mescolandole con cani e altri animali creati in digitale. Per via di questo nuovo approccio, il personaggio di Buck, il protagonista del film che regge sulle proprie spalle l’arco emotivo della storia, doveva apparire molto più autentico.
In tutte le scene che coinvolgevano Buck,
i filmmaker non si sono limitati a sostituire il personaggio con un marker – solitamente una pallina da tennis – come avviene di solito: su consiglio di Stafford, hanno filmato una persona reale che poi è stata rimpiazzata con l’animazione.
Terry Notary, che ha dato inizio alla sua carriera come acrobata del Cirque du Soleil ed è diventato uno dei più importanti specialisti e coreografi dei movimenti dell’industria cinematografica, ha trascorso ore e ore a studiare i cani per imparare le loro movenze e replicare il loro comportamento.
Il produttore Stoff non era certo che questo espediente avrebbe funzionato. “Era una strana idea e non sapevo come avrebbe reagito il resto del cast di fronte a un uomo adulto a quattro zampe che interpretava un cane, indossando una buffa tuta grigia e camminando con un paio di zampe anteriori posticce. Ma alla fine si è rivelata una mossa geniale: Terry si è impegnato al massimo e ha fornito una prova fantastica, che ha migliorato le interpretazioni di tutti gli altri attori”.
“È riuscito a portare sul set l’emotività di Buck”, afferma Stafford.
Inizialmente, Stafford e Nash pensavano di utilizzare Notary soltanto per le espressioni emotive del viso: lo sguardo, la tristezza, la felicità, ecc., nei primi piani. Non avrebbero mai immaginato che il loro uomo/cane sarebbe stato in grado di combattere, saltare ed eseguire tutte le straordinarie azioni svolte da Buck.
Ma quando sono giunti al primo grande movimento che Buck avrebbe dovuto eseguire, Terry ha detto: “Posso farlo”. Da quel momento in poi, Terry ha eseguito anche tutte le azioni del personaggio.
Stafford spiega:
“Ha funzionato alla perfezione, perché ci ha consentito di gestire al meglio le tempistiche, le dimensioni e il posizionamento degli occhi. Fornisce agli attori qualcosa con cui interagire. Ho lavorato in molti film che impiegavano la motion capture: quando gli attori interagiscono con qualcosa di reale, si ottengono delle interpretazioni di alto livello. Ma nel momento in cui non hanno più nulla con cui interagire, la loro interpretazione ne risente in modo negativo. È davvero difficile recitare di fronte al nulla, soprattutto nei momenti altamente drammatici”.
Nash afferma:
“All’inizio, non mi rendevo assolutamente conto di quanto fosse fondamentale avere Terry sul set nel ruolo di Buck. Era assolutamente indispensabile per un paio di motivi. Prima di tutto, Chris aveva a disposizione un performer con cui parlare per ottenere la giusta interpretazione e sul quale basarsi per iniziare a costruire l’interpretazione di Buck. Inoltre, sul set, gli altri attori potevano interagire e recitare con Terry e questo è stato di grande beneficio”.
Il regista Sanders è ugualmente entusiasta.
“Terry era inestimabile. Oltre a recitare in modo grandioso, svolgeva anche azioni incredibilmente faticose dal punto di vista fisico. La coordinazione dei movimenti dei cani è qualcosa di molto specifico che possiede una certa dose di imprevedibilità.
I cani hanno dei momenti in cui si comportano in modo inaspettato, inclinando la testa o sbattendo una palpebra, oppure distogliendo momentaneamente lo sguardo. Lui è riuscito a fare tutte queste cose, riuscendo al tempo stesso a prevalere sulla propria fisiologia umana.
Ci sono alcuni momenti in cui deve sdraiarsi o sollevarsi sulle zampe posteriori, e la sua testa e le sue spalle si muovono in modo molto diverso rispetto a quelle di un cane. Un cane ha le spalle più strette e Terry non poteva fare nulla per cambiare questa sua caratteristica. Quindi, lavorava con questi elementi per riuscire a portare a termine la scena anche se il parametro era molto più stretto”.
Stafford aggiunge: “Dopo aver visto il layout della scena e le azioni che i personaggi umani avrebbero dovuto svolgere, Chris veniva colto dall’ispirazione e decideva di far eseguire a Buck qualcosa di nuovo. Terry era lì sul set, pronto a rispondere alle sue indicazioni”.
Dato che Buck è il protagonista del film, inizialmente i filmmaker hanno cercato di costruire da zero questo cane, che Jack London descriveva come un incrocio tra un San Bernardo e un cane da pastore scozzese.
Il cane da pastore scozzese, noto anche come Collie, è una razza molto antica.
Hanno costruito Buck come meglio potevano, dandogli la colorazione di un cane Bovaro del Bernese, che secondo loro poteva funzionare molto bene sullo schermo.
Avevano persino un vero Bovaro del Bernese sul set come riferimento per l’illuminazione. Ma col tempo, si sono accorti che le espressioni del Bovaro del Bernese erano molto difficili da decifrare, e il suo pelo scuro non era molto visibile di notte.
Alcune settimane dopo l’inizio delle riprese, Jessica, la moglie del regista Sanders, stava casualmente dando un’occhiata a PetFinder, dove si è imbattuta in un cane classificato come un incrocio tra un San Bernardo e un cane da pastore scozzese.
Oltre a essere l’esatto incrocio descritto da London, il cane si chiamava “Buckley”. Si trattava di una coincidenza troppo grande e così Jess ha deciso di indagare: si è recata al rifugio per animali di Emporia, Kansas, per conoscere Buckley.
È stato amore a prima vista: Jess ha pagato 25 dollari per adottare il cane e poi ha guidato per due giorni fino a raggiungere il set del film.
Buckley ha subito riscosso successo nel team, così Erwin ha suggerito di scansionare semplicemente il cane e renderlo il protagonista. Ed è stato esattamente ciò che hanno fatto.
Buck è solo uno dei membri di una squadra di nove cani da slitta che percorrono lo Yukon attraverso la neve, il nevischio, la pioggia e il fango. Per creare gli altri otto cani, la produzione ha deciso di selezionare dei cani reali e poi scansionarli. Una volta scansionati, gli artisti hanno perfezionato i dettagli e aggiunto dei comandi per il rigging. Hanno effettuato un casting e hanno scelto una varietà di cani in base alle personalità di cui avevano bisogno per la squadra.
I CO-PROTAGONISTI UMANI DI BUCK
“Per quanto mi riguarda”, afferma Erwin Stoff, “chiunque abbia l’opportunità di lavorare con Harrison Ford è una persona estremamente fortunata. È un professionista senza pari e uno dei più grandi attori attualmente in attività”.
Ford, meglio noto per aver creato due degli eroi più famosi e iconici della storia del cinema, ossia Han Solo in Star Wars e Indiana Jones ne I Predatori dell’Arca Perduta, era interessato al progetto per diversi motivi.
Prima di tutto, apprezzava la prospettiva di fare un film destinato a un pubblico molto giovane. Inoltre, era affascinato dal modo in cui i filmmaker avrebbero creato Buck e gli altri cani al computer e dall’idea di recitare accanto a una controfigura umana nel ruolo di un cane. Ford afferma:
“Uno dei dettagli più interessanti della realizzazione di questo film era il fatto che non ci fossero dei cani con cui lavorare: c’era una controfigura umana per Buck, che mi permetteva di rivolgere il mio sguardo nella giusta direzione e mi forniva qualcuno con cui interagire dal punto di vista emotivo. All’inizio era un po’ complicato, ma col tempo è diventato piuttosto divertente”.
Aggiunge: “Ho trascorso più tempo con Terry che con tutti gli altri attori di questo film. Ci siamo dati una mano a vicenda per ottenere ciò di cui avevamo bisogno. Io recitavo per lui e lui recitava per me. Eravamo lì l’uno per l’altro”.
Il regista Sanders afferma che “Harrison ha arricchito notevolmente il film.
Nel libro, Thornton affronta determinate situazioni insieme a Buck, ma non credo che il suo personaggio sia molto definito. Una delle cose meravigliose che Harrison è riuscito a fare nel corso di questo processo è stata trovare e creare quel personaggio. È riuscito a definire la sua essenza. Fin dall’inizio, lui e io abbiamo iniziato ad avere discussioni molto profonde sul suo personaggio”.
Grazie a queste conversazioni, Ford ha compreso che il ruolo del suo personaggio era quello di riscattare il genere umano agli occhi di Buck, che aveva vissuto una brutta esperienza con un padrone violento.
Ma per l’attore, che attualmente possiede tre cagnolini e ha avuto molti cani nel corso di tutta la sua vita, l’elemento più interessante era che il film non si concentrava soltanto sulla trasformazione di Buck, ma anche sul cambiamento vissuto dal suo personaggio, John Thornton, grazie al suo rapporto con Buck.
Ford spiega:
“Una delle cose che cerco sempre nei progetti a cui prendo parte è quello che io definisco un esercizio emotivo per il pubblico. L’opportunità di partecipare a una storia in cui gli spettatori si riconoscano, che sia in grado di generare il potere della comprensione emotiva nel pubblico”.
Descrivendo il suo personaggio, Ford afferma: “John Thornton è un uomo che non si trova più a suo agio nella sua vita e nel suo mondo.
Era incapace di sopportare il dolore e il peso delle circostanze in cui si trovava. Così è fuggito da casa sua, che si trova più a sud, e si è trasferito nello Yukon per trovare l’oro e diventare ricco, ma anche per una ragione fortemente emotiva: il suo giovane figlio aveva sempre voluto esplorare la natura selvaggia. Ma lui vorrebbe trovare soltanto un po’ di pace e solitudine“.
Prosegue: “Poi incontra Buck e i due diventano compagni in questo viaggio, stringendo un forte legame emotivo mentre affrontano pericoli e avventure insieme. Sono rimasto colpito da questo viaggio e dal rapporto che si viene a creare tra questi due personaggi”.
Stoff afferma:
“John Thornton è un personaggio dall’aspetto burbero, dotato di un’incredibile vulnerabilità, e nel corso di questa storia scoprirete che è stato ferito e maltrattato dalla vita. L’interpretazione di Harrison è incredibilmente toccante”.
“Per me, il rapporto tra Buck e Thornton rappresenta il cuore della storia”, afferma Green. “Sono due creature che si trovano in un posto a cui non appartengono. Entrambi provengono da una vita che amavano e di cui sentono la mancanza, ma a cui non possono tornare. Buck prospera e diventa la versione migliore di se stesso, ma Thornton è un uomo spezzato. Quando incontra Buck, adorabile e pieno di vita e amore, Thornton non può fare a meno di affezionarsi a lui e così inizia a guarire”.
Ford afferma: “Come John Thornton, anch’io sono sempre stato molto curioso riguardo ai luoghi in cui non sono mai stato. E rimango sempre colpito dal potere e dalla maestosità della natura”.
Per interpretare Perrault, il saggio e gentile padrone della squadra di cani da slitta di Buck, che si occupano di fare consegne, i filmmaker hanno scelto Omar Sy, l’attore francese che ha raggiunto la fama grazie al suo ruolo nel film di grande successo Quasi Amici – Intouchables (2011) ed è poi apparso in X-Men – Giorni di un Futuro Passato e Jurassic World.
Dan Stevens, che è divenuto una vera e propria star grazie al ruolo dell’affascinante Matthew Crawley nelle prime tre stagioni del fenomeno mondiale Downton Abbey, e ha poi interpretato un altro protagonista romantico nello spettacolare remake live-action Disney de La Bella e la Bestia, interpreta un ruolo per lui inusuale: il malvagio Hal, il crudele e altolocato leader di tre aspiranti cercatori d’oro che comprano Buck e sono miseramente impreparati e mal equipaggiati per la vita nello Yukon canadese.
La sorella viziata ed egoista di Hal, Mercedes, è interpretata dall’attrice scozzese Karen Gillan, che è apparsa in tre stagioni della longeva serie britannica Doctor Who e ha poi recitato in Guardiani della Galassia e Guardiani della Galassia Vol. 2, La Grande Scommessa, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, Jumanji – Benvenuti nella Giungla e il recente sequel Jumanji: The Next Level.
Il giudice Miller, che ha allevato Buck fin da quando era un cucciolo facendogli vivere una vita domestica amorevole e viziata, prima che il cane venisse rapito e trapiantato nella natura selvaggia, è interpretato dal vincitore di due Emmy® Bradley Whitford, star di serie televisive di grande successo come The Handmaid’s Tale, Transparent e West Wing – Tutti gli Uomini del Presidente, nonché dell’acclamato film di grande successo Scappa – Get Out, diretto da Jordan Peele. Jean Louisa Kelly (Malignant, Top Gun: Maverick) interpreta sua moglie Katie.