Liliana Resinovich, Procura chiede archiviazione: “fu suicidio”

La pm Maddalena Chergia ha chiesto l'archiviazione del caso

La Procura di Trieste si è pronunciata sul caso Liliana Resinovich. “L’unica certezza è che la sua morte non sia avvenuta per mano di altri, ma per mano della stessa Lilly”. Dunque, per le autorità giudiziarie si sarebbe trattato di suicidio. A valle delle indagini, non si è ancora riusciti a capire se la donna sia morta il giorno stesso della scomparsa, ovvero il 14 dicembre 2021, o poco prima del ritrovamento del cadavere scoperto il 5 gennaio 2022. 

Oggi, a più di un anno dall’apertura delle indagini, la pm Maddalena Chergia, titolare del fascicolo, ha chiesto l’archiviazione del caso. Questa mattina, infatti, la Procura di Trieste ha diffuso una nota firmata dal procuratore Antonio De Nicolo. Tra le motivazioni, per le quali viene richiesta la chiusura si legge: “non è necessario sciogliere tale dilemma per giungere all’archiviazione della vicenda: è sufficiente constatare che dalle indagini, scrupolosamente condotte, non è emersa, con un minimo di concretezza, alcuna ipotesi di reato specifica e perseguibile ai danni della deceduta”.

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Nessun reato sarebbe stato commesso nei suoi confronti

Liliana Resinovich venne trovata morta in un’area boschiva di Trieste, nei pressi dalla casa dove viveva con Sebastiano Visintin. Vennero subito avviate le indagini, ma ad oggi le autorità competenti hanno concluso che nessun reato sarebbe stato commesso nei suoi confronti