L’epidemiologo Pierluigi Lopalco ha spiegato a Radio Capital: “Non possiamo dire che le classi siano fonte di contagio principale, però la scuola gioca un ruolo nella trasmissione”.
“Se i bambini si contagiano in classe o fuori dal punto di vista epidemiologico conta poco. Conta però che, quando una classe è coinvolta anche per un solo positivo, tutta la classe con l’insegnante deve andare a casa. Si attiva un lavoro incredibile da parte dei servizi locali. Se moltiplichiamo per tutte le scuole pugliesi, è un lavoro enorme che pesa troppo sui sistemi di prevenzione“.
L’assessore pugliese si dice rammaricato della decisione, ma, sostiene, era una decisione inevitabile: “una scelta impopolare, ma necessaria. Anche se avessimo avuto dei trasporti perfetti, non saremmo riusciti ad evitare i contagi nelle scuole. Sette mesi di tempo non sono abbastanza per organizzare il trasporto pubblico. È impossibile. Non c’è una Regione in Italia che ci sia riuscita. Abbiamo folle di genitori in fila per un pezzo di carta. È una faccenda che andava risolta. Non possiamo permetterci che così tanti medici restino fermi nello studio per firmare carte. Se avessi potuto parlare da epidemiologo a Macron, che ha annunciato il lockdown nazionale ma con i ragazzi fra i banchi, ‘gli avrei consigliato di chiudere le scuole‘.”
Le scuole, in Puglia, riapriranno il 24 novembre.