ONU: “I prodotti Made in Italy non sono dannosi per la salute”

Il ministro Gian Marco Centinaio ha annunciato la marcia indietro dell'ONU sui provvedimenti riguardanti i prodotti tipici del nostro Paese.

Buone notizie da New York per l’Italia. Ne da l’annuncio il ministro Gian Marco Centinaio sulla pagina del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo: “Finalmente l’Onu è tornata sui suoi passi e ha dovuto ammettere che i nostri prodotti, le eccellenze del made in Italy, non sono dannose per la salute. Che l’enogastronomia italiana è sana e di qualità. Sui nostri alimenti non ci sarà nessun bollino nero.”

Il provvedimento dell’Organizzazione delle nazioni unite e il rischio per il Made in Italy

Per chi non lo sapesse, negli ultimi mesi l’ONU, congiuntamente all’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità), aveva avviato delle misure per ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari e del diabete entro il 2030. Queste misure prevedevano di disincentivare con una tassazione maggiorata e con l’imposizione di un bollino nero l’acquisto di cibi ipercalorici e/o contenenti zuccheri, grassi saturi e sale. La notizia, data da il Sole 24 ore, aveva immediatamente suscitato accese proteste, dato che la tassazione avrebbe portato ad un aumento della spesa media per i consumatori e a danni economici per i produttori. L’ONU aveva ritrattato sull’imposta, mantenendo però la ‘segnalazione’.

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Prodotti italiani come il parmigiano reggiano, il prosciutto di Parma e l’olio extravergine di oliva sarebbero finiti tra quelli marchiati. In Cile, dove un provvedimento simile è già attivo, parmigiano e prosciutto sono già bollati come dannosi alla salute, come si evince dalle seguenti foto:parmigiano-prosciutto-bollino-nero-cile

Anche altri prodotti della dieta mediterranea, come il jamòn serrano, le olive greche e i formaggi francesi, rischiavano la segnalazione. E pensare che proprio l’OMS aveva dichiarato, insieme alla FAO, la dieta mediterranea “modello alimentare e stile di vita più efficace al mondo”, basandosi su statistiche che vedevano gli italiani tra i più longevi al mondo.
Via libera invece alla Coca Cola Light e ad altri prodotti contenti aspartame. Secondo il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, l’ONU ha agito “sotto il pressing di poche multinazionali, cercando di affermare un modello alimentare fuorviante, discriminatorio e
incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle nostre tavole, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”.

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Il governo e la tutela del Made in Italy

In molti avevano visto l’idea del bollino nero come una manovra per disincentivare l’acquisto dei prodotti italiani all’estero. Per la sua lunga tradizione e per la qualità delle materie prime, l’agroalimentare Made in Italy è infatti sempre più apprezzato fuori dall’Italia.

Il governo si è battuto per tutelare il Made in Italy, svolgendo un lavoro di diplomazia sostenuto dai Ministeri degli Affari Esteri, della Salute e dello Sviluppo Economico. Il ministro Centinaio riporta che “l’Italia ha suggerito, al posto del bollino, “un’icona a batteria che indichi la percentuale di nutrienti e che consenta di visualizzare le componenti nutrizionali quali calorie, grassi, zuccheri e sale.” Il ministro continua rinnovando l’impegno del governo: ”Ora è il momento di guardare avanti e occuparci di promozione, tutela e tutto ciò che possa aiutare concretamente il settore. Continueremo a vigilare affinché i nostri prodotti vengano tutelati e salvaguardati in ogni parte del mondo”.

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L’agroalimentare Made in Italy costituisce una fetta decisiva della nostra economia. Il settore, che registra un fatturato superiore ai 50 milioni di euro, è il secondo in Italia (dopo la meccanica) e si colloca prima di un altro Made in Italy molto apprezzato come l’abbigliamento. In un periodo di forte crisi, il fatturato dell’agroalimentare è aumentato del 10,8%. Inoltre, è ancora in mani “italiane” (anche se alcuni marchi sono stati comprati da investitori stranieri).