Lo chiamano il ‘ponte dei suicidi’ quello da cui ieri sera si sono buttati madre e figlio. Lungo 312 metri e alto 59, il ponte monumentale di Ariccia, ai Castelli Romani, sulla via Appia, è stato teatro di numerosi suicidi tanto che, nel 1997 l’Anas, su progetto dell’amministrazione comunale, ha installato due reti di protezione – una verticale e una orizzontale.
Non sono servite, ieri, a evitare un gesto disperato.
Madre e figlio hanno scavalcato le reti che proteggono il ponte monumentale di Ariccia e si sono lanciati nel vuoto. Un volo di quasi sessanta metri fino al piazzale sottostante, dove ci sono un bosco e un parchecchio.
Tutti e due insieme erano arrivati ad Ariccia da Roma. Abitavano nel quartiere di Centocelle, in una delle palazzine per i militari dell’ex aeroporto dell’Urbe. Il marito della donna e padre del ragazzo è, infatti, un sottuficiale dell’aeronautica.
È già buio quando i due si arrampicano sulla rete verticale che protegge il ponte. Un passante ha raccontato di aver visto, intorno alle 22.30, i due scavalcare la rete e di aver urlato loro di fermarsi. Capendo che non sarebbe stato ascoltato, è stato lo stesso passante ad avvertire immediatamente la polizia. La pattuglia di Albano è arrivata subito dopo, tanto che madre e figlio non si erano ancora lanciati. “Fermi, fermi!” hanno urlato anche gli agenti, ma non fanno in tempo a raggiungerli. I due si sono lanciati dal ponte. La rete orizzontale che passa sotto ferma la loro caduta. Si rialzano in piedi, camminano lungo la protezione davanti agli occhi increduli di passanti e agenti, e poi, per la seconda volta, compiono il gesto estremo di lasciarsi andare nel vuoto. Entrambi sono morti sul colpo.
I vigili del fuoco di Velletri hanno lavorato tutta la notte per tentare di recuperare quello che rimaneva dei corpi irriconoscibili. Data la complessità di questa operazione, sono intervenuti sul posto, oltre alla polizia, anche i vigili urbani di Ariccia e gli agenti della polizia scientifica.
Durante la notte, la polizia mortuaria ha portato i due cadaveri al policlinico di Tor Vergata per l’autopsia.
Sebbene nessun bigliettino sia stato ritrovato, non ci sono dubbi che si sia trattato di un gesto volontario, i cui motivi restano ancora ignoti. Madre e figlio hanno scelto proprio quel ponte che si è guadagnato, negli anni, la tragica fama di ‘ponte della morte’ o meglio ‘ponte dei suicidi’.