La vicenda è ormai nota a tutti, tanto a coloro che seguono il reality di canale 5 quanto a coloro che non hanno mai seguito e credo non seguiranno mai una sola puntata del programma di intrattenimento di “punta” di Mediaset. Ciononostante, l’episodio ha fatto il giro del web ed ha catalizzato l’attenzione di tutti.
L’episodio a cui mi riferisco è quello che ha visto come protagonista uno dei concorrenti del GFVIP, Marco Bellavia che è stato “oggetto” di continui schernimenti, vessazioni, sopraffazioni ed in parole “povere” di veri e propri atti di bullismo.
Da molti è stata definita come una delle pagine più nere della storia della TV italiana e di certo non si può sostenerne il contrario.
Marco è entrato nella casa sorridendo e scherzando, mostrando agli altri il suo lato da giullare, certamente senza destare alcun sospetto su ciò che portava realmente dentro. La sua, evidentemente, era una maschera, e ciò che si celava dietro altro non era che un disperato bisogno di aiuto, sostegno o forse più semplicemente di comprensione, nulla più.
Gli esseri “umani” che erano con lui non l’hanno capito, probabilmente, anzi quasi certamente non l’hanno voluto capire, perché la comprensione comporta sforzo, sacrificio ed è più semplice ed immediato, soprattutto all’interno di un “gioco”, evitare, sminuire, abbandonare o più semplicemente indebolire per poi eliminare.
Di fatti Marco, si è “autoeliminato” dopo aver tentato invano di salvarsi e forse, inconsapevolmente, anche di salvare gli altri concorrenti, dando loro la possibilità di riscattarsi e dimostrare a loro stessi che forse nella vita ad un certo punto, nella scala dei valori il gioco deve lasciare spazio alla solidarietà, alla comprensione o come detto da Marco all’aiutare gli altri, perché da soli non ci si può salvare.
“Però starei ancora qui volentieri. Conto di riuscire ad andare avanti se mi date una mano. Perché se una persona ha bisogno e gli altri 22 la aiutano, ce la farà. Da solo non ce la fa”
Marco Bellavia
Da notare un particolare che forse non tutti sono riusciti a cogliere, Marco ha pronunciato queste parole dopo che tutti avevano fatto il suo nome durante le nomination. Questo denota per un verso la buona fede di Marco e per altro verso il suo disperato bisogno di aiuto, rivolgendo il suo grido d’aiuto ai suoi stessi carnefici.
Niente da fare, il messaggio, per quanto sia stato chiaro, non è stato per niente recepito dai suoi “boia” e Marco si è lasciato cadere di nuovo nel vuoto, nell’ombra di un tunnel senza riuscire ad aggrapparsi alla mano degli altri concorrenti, “tesa” soltanto per spingerlo verso il suo ultimo confessionale.
Anche questo ulteriore particolare, probabilmente non è stato notato da tutti, Marco è stato materialmente accompagnato, spinto all’interno di una stanza, in maniera frettolosa, quasi a volersi sbarazzare di un rifiuto “umano”. Nessuno ha tentato di convincerlo a restare ed impedirgli di entrare in quella stanza, da solo. Sì perché la conseguenza non poteva essere che una crollare. Marco, da “solo” crolla e decide di abbandonare la casa, il reality ed i suoi “compagni” ai quali chiede finanche scusa.
Noi invece non possiamo far finta di nulla e non possiamo né chiedere scusa né tantomeno giustificare tali atteggiamenti.
La razza degli uomini ha dimostrato ancora una volta di non meritare l’appellativo di razza “umana”. L’umanità non può e non deve essere quella vista nei confronti di Marco. Un barlume di speranza proviene dai social, lascia, infatti, ben sperare le migliaia di persone che nei social sono intervenuti per difendere Marco.
Il messaggio di Marco non è rimasto inascoltato, anzi è stato colto in pieno da quella parte di umanità ancora viva che riesce ancora a tendere la mano o per meglio dire ad “ascoltare” il grido di aiuto di un “Uomo” che chiede ad altri “Uomini” di aiutarlo, perché un uomo da solo non ce la fa.
Grazie Marco per la lezione di vita. Il vincitore di tutti i reality non puoi che essere TU.