Si è sfogata così a Non è l’arena, ieri sera, Simona Iozzio, moglie di Lucio Marrocco, il medico calabrese che si è tolto la vita pochi giorni fa.
Lucio era il responsabile della vaccinazione anti-Covid, e aveva 56 anni. Si è tolto la vita lanciandosi dal balcone di casa.
La moglie, anch’essa medico, ospite da Massimo Giletti ha spiegato il perché di quel gesto estremo del marito.
“Mio marito è una vittima del lavoro. La sua è stata una morte bianca. Un soldato mandato alla guerra senza armi“.
“Fin dall’inizio della pandemia si è caricato della responsabilità di proteggere tutto il personale operante in corsia. Parliamo di circa duemila persone. Mio marito si è trovato a gestire una pandemia in un ospedale vecchio, con difficoltà nel mettere a punto il percorso sporco/pulito, di separare quello Covid dal no-Covid. Non era soltanto responsabile delle vaccinazioni era a capo della struttura complessa di sorveglianza sanitaria del presidio. Dall’inizio dell’epidemia ha eseguito diecimila tamponi. Ci sono stati pochissimi dipendenti contagiati. Ma ognuno di quei casi lo viveva drammaticamente“.
A scatenare il dramma, la morte dell’operatrice sociosantaria: “Lui è andato in tilt. Lo sentii discutere al telefono con un suo collaboratore, diceva ‘ma si può? Non ce la posso fare, non ce la faccio più’. Dopo pochi minuti era volato giù come un operaio che cade dall’impalcatura senza imbracatura. Un soldato mandato alla guerra senza armi“.