Il gestore di un internet point milanese è finito stamane nei guai. I carabinieri del Gruppo Tutela del Lavoro gli hanno comunicato un provvedimento di misure cautelari firmato dal gip di Milano che prevede gli arresti domiciliari. L’uomo è gravemente indiziato di avere commesso i reati di frode ai danni dello stato, riciclaggio e abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento.
Si tratta di un cittadino di origini bengalesi che è riuscito a fare ottenere il reddito di cittadinanza a 244 persone, di cui 232 non avrebbero avuto i requisiti. Sul totale dei destinatari del RdC, 210 erano cittadini somali.
Gli inquirenti sostengono che l’indagato avrebbe reso i servizi ai suoi “clienti” per un compenso pari a circa il 15% dell’ammontare totale percepito dai beneficiari della misura. I cittadini extracomunitari lo avrebbero pagato utilizzando il “pos” del negozio che gestiva. Così facendo, avrebbe riciclato €213 mila.
Uno degli elementi che ha fatto insospettire i militari è stato il balzo nelle transazioni pos. Da una media mensile di € 1.450 sono passate a € 23.450 (+1600%). L’incremento del fatturato non era congruo. Infatti, l’internet point non può commercializzare beni di prima necessità per cui possono essere utilizzate le somme concesse dall’Inps
Le indagini sono partite a febbraio 2021 e si sono concluse recentemente.
232 persone extracomunitarie sono state denunciate a sette procure diverse (Milano, Cosenza, Bergamo, Roma, Brescia, Como e Torino).
In totale, i percettori del reddito di cittadinanza avrebbero truffato allo stato circa € 1,1 milioni.