Modena: la città che non c’è

Modena è vuota, ma non è l’effetto dell’isolamento da coronavirus. E’ il solito vestito che indossa ogni giorno da tutta la vita. La città canarina è il Sahara. Sempre.

Girando a zonzo per il quartiere non c’è anima viva. Camminando lungo il parco più vicino a casa non s’incontra nessuno. Infilandosi tra le vie strette della zona si ascolta solo il rumore del vento. La città è vuota. Ma non è l’effetto dell’isolamento da coronavirus. E’ il solito vestito che Modena indossa ogni giorno da tutta la vita. La città canarina è il Sahara. Sempre.

Modena è vuota a Ferragosto, Natale, Pasqua e Carnevale. In primavera, autunno, estate e inverno. Quando la si guarda dritta negli occhi appare una città incolore. Senza cuore e sentimenti. Senza fegato e tormenti. Il problema non è che le manca un’anima, il problema è che la sua anima è proprio questa: vuota, triste e grigia. Ha un DNA povero di emozioni e ricco di nebbia. Non ha mai il coraggio di buttarsi e rischiare. La vedesse John Wayne, dopo 5 minuti scapperebbe di corsa in groppa al suo cavallo.

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Berlino ha abbattuto il suo muro più di 30 anni fa. Springfield lo ha tirato giù grazie al rock degli Who. Il suo muro di bigottismo, snobismo e codardia, invece Modena non riuscirà mai a demolirlo. Mai. Never. E’ una città vecchia popolata da anziani. D’altronde l’Italia è il secondo paese più vecchio del mondo dopo il Giappone. Lo dice l’ISTAT: vengono stimati circa 168,7 anziani ogni 100 giovani. Per il decimo anno consecutivo le nascite registrano una diminuzione. Il belpaese non riesce nemmeno ad arrivare primo per vincere la coppa del nonno, si fa infinocchiare dalla terra del Sol Levante. Nei parchi ci sono più vecchi e badanti che ragazzi. Stessa cosa allo stadio, nei bar e nelle polisportive. Così come al cinema e a teatro.

L’Italia è diventata terra sia di immigrazione che di emigrazione. I giovani se ne vanno all’estero. Fuggono in Germania, Spagna, Svizzera, U.S.A. e Regno Unito. Così come accade in tutto lo stivale, anche a Modena si ripete lo stesso e le persone cercano Roma, Milano, Torino o Bologna. I caselli dell’autostrada di Modena Nord e Modena Sud sono molto più frequentati in uscita che in entrata. C’è la fila per congedarsi. La via Emilia è trafficata sia ad ovest verso i Navigli, che a est verso la Torre degli Asinelli e del Garisenda. Non ci sono tante opportunità di vita oltre che di lavoro. Poche chance e troppi no.

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Nel 589 d.C. una disastrosa alluvione divorò Modena quando ancora si chiamava Mutina e si portò via uomini, donne e una grossa fetta della città. Nel 2012 il terremoto ha fatto sbriciolare la campagna modenese. Ci sono tanti motivi per partire. Peter Pan viveva “sull’isola che non c’è” e forse in cuor suo sapeva non esistesse realmente. Modena invece esiste ed è “la citta che non c’è”. Purtroppo.

Riccardo Chiossi