Non solo Covid: tutti i virus della vita

L'angoscia del momento fa perdere di vista tutto il resto. Nonostante non se ne parli più, il Covid non ha sconfitto tutti gli altri virus della vita.

L’angoscia del momento fa perdere di vista tutto il resto. Il Covid-19 sembra essere riuscito nella galattica impresa di divorare ogni altra infezione che attanaglia la società. Fosse davvero così, invece che cercare di eliminarlo, bisognerebbe nutrirlo e mantenerlo in salute. Non si sente più parlare di nient’altro. Sembra che tutto si sia risolto. Qualsiasi altra malattia è andata in ferie e non ammazza più, l’evasione fiscale è solo un brutto ricordo, i ponti hanno smesso di crollare, il problema dell’immigrazione è scomparso, i tribunali sono diventati giusti e rapidi, la fame nel mondo è un tumore già curato, non ci sono più guerre e la Palestina si scambia baci e abbracci con Israele.

E’ come se al centro del mondo ci fosse il coronavirus e basta. Una condizione del genere si chiama senso di smarrimento, voce del verbo “brancolare nel buio“. Il Covid-19 miete vittime dirette e indirette. Le seconde sono dimenticate. Uccise con il silenziatore.

- Advertisement -

Luciano Ligabue direbbe che si vive “Tra palco e realtà”. Una volta usciti dalla pandemia per fare ritorno nel solito fango di sempre, occorrerà necessariamente proteggersi da tutte le altre rogne che minacciano l’esistenza dell’uomo, perché ad un tratto ci si accorgerà che nulla del male che c’era prima è mai andato via. Bisognerà dunque continuare a lottare ogni giorno contro tutti i virus della vita, per i quali purtroppo un vaccino non esiste.

Virus dell’aperitivo

Il lockdown finisce quando l’aperitivo ritorna. Si è circondati da generazioni di consumatori nati con la camicia. Senza problemi e senza pensieri. E’ esattamente quello il loro posto nell’universo: fuori dai bar a fare aperitivo.

- Advertisement -

Virus dei guardoni

Un virus che corre e si muove all’interno dei social network. Le influencer fanno successo campando sulla vacuità dell’epoca attuale. Riescono ad omologare tutte le ragazzine in nome di una posa provocante o di una borsetta griffata. Non solo. Hanno persino riabilitato la categoria dei “guardoni” (follower) che una volta spiavano le coppiette nei parchi di notte, mentre ora spiano in anonimato il loro profilo Instagram.

Virus del guinzaglio

Il fratello quieto di Lapo Elkann ha messo le mani su mezza stampa italiana. Il potere non è mai troppo soffocante, il successo mai abbastanza evidente e l’informazione mai eccessivamente libera. Repubblica non vede o, ancora peggio, finge di non vedere il conflitto d’interessi del nuovo padrone. Repubblica non esiste più. Il guinzaglio è stretto e corto.

- Advertisement -

Virus del domani

Duemila anni di spasmodica devozione al dio denaro e al progresso fine a stesso hanno tolto il futuro alla vita. Sono stati sufficienti 2 mesi di chiusura del sistema produttivo per far saltare tutto in aria. Nessun progetto ad ampio raggio. Nessuna prospettiva. Una società che non guarda al domani è una società destinata a fallire miseramente.

Virus del capitale

Il prezzo della pandemia ricade sui portafogli vuoti dei più indigenti. Le disuguaglianze tra ricchi e poveri stanno aumentando e continueranno a farlo ad una velocità ancora maggiore di quella di prima. La forbice sarà sempre più larga. Dove c’è paura e disagio, il capitalismo prospera. Che vita mai è questa qua?

Virus dell’ingrato

Il coronavirus ha fatto chiudere lo spettacolo. Giù la saracinesca di teatri, cinema e concerti. Gli artisti e i collaboratori che lavorano attorno alle loro esibizioni sono in pausa. Tutto è bloccato perché manca il pubblico. Un artista, senza la gente che lo applaude o lo fischia, non è niente.

Riccardo Chiossi