Anche la star di Hollywood Jim Carrey saluta Twitter ed il suo popolo: “Lascio Twitter – ha pubblicato – ma prima ecco un cartone animato che ho realizzato con il mio amico Jimmy Hayward. È basato sul mio dipinto di un vecchio guardiano del faro pazzo, in piedi in una tempesta, che evoca gli angeli e accende la sua lampada per guidarci attraverso una notte infida. Vi amo tutti così tanto”!
Pronta la replica di un utente che cosi risponde a Jim Carry: “è divertente come tutti abbiamo paura della libertà di parola. Cosa scopriremo effettivamente su queste persone? Elon Musk ha fatto di più per L’UMANITÀ di tutte le celebrità messe insieme“.
La nuova politica, adottata in queste settimane da Elon Musk, sta lasciando perplessi un po’ tutti: investitori, utenti e istituzioni.
Twitter sopprime la moderazione delle discussioni sul Covid: la nota pubblicata sul sito.
Tra le azioni più controverse, l’interruzione della moderazione su argomenti come il Covid. Durante la pandemia, Twitter aveva adottato delle regole precise per combattere le fake news, ma ora, dopo quasi tre anni, il social ha smesso di moderare i tweet che, su argomenti come pandemia, coronavirus e Covid-19, fanno disinformazione sistematica.
Una nota sul sito: “Stop ai controlli sulle informazioni relative al Covid”
La retromarcia non è stata comunicata ufficialmente dalla società, ma è stata affidata ad una nota sul sito di Twitter: “A partire dal 23 novembre 2022, Twitter ha smesso di attuare le proprie politiche sulle informazioni fuorvianti legate a COVID-19”.
Risale al marzo 2020 l’introduzione di queste regole, che consentivano al social di sospendere gli account che le avessero violate più volte, di rimuovere i commenti ed i tweet non in linea con la nuova policy adottata, oltre ad applicare etichette ed avvisi a contenuti falsi o anche soltanto discutibili riferiti a pandemia, vaccini, corona virus …
E, con la riabilitazione di tutti gli account, silenziati in questi anni, la preoccupazione si è fatta palpabile.
Tweet-spam per censurare la protesta cinese. “Il team di moderatori non esiste più”.
Infatti, privi di un adeguato controllo, una folla di bot – e account poco raccomandabili- sta ora oscurando la protesta dei cittadini cinesi contro le misure Zero Covid adottate dal governo di Pechino.
L’oscuramento delle informazioni grazie a bot ed account ‘ad hoc’
Quando gli utenti cercano informazioni in merito, vengono travolti e sommersi da una valanga di tweet-spam che mostrano contenuti pornografici, annunci di escort e siti di scommesse e giochi d’azzardo.
La censura, adottata dalle autorità cinesi, trova porte spalancate su Twitter, che non riuscirebbe a frenare lo tsunami di spam, a causa della riduzione di personale in corso da settimane.
“I moderatori sono stati licenziati o hanno lasciato l’incarico”
Il Washington Post ha, infatti, ha puntualmente pubblicato le dichiarazioni di un ex dipendente, che spiegava come questo tipo di problema venisse risolto sia con degli automatismi sia con gli interventi manuali. Ma il team che si occupava di moderazione della questione cinese, non esiste più: “Quei dipendenti sono stati licenziati oppure hanno lasciato l’incarico”.
Nel report della UE, Twitter maglia nera nella rimozione dei contenuti d’odio
Serie preoccupazioni anche dall’Unione Europea, dopo la pubblicazione di un report che indica Twitter come la piattaforma più lenta nel valutare e rimuovere contenuti d’odio.
I dati indicano un peggioramento generalizzato delle prestazioni
Elon Musk ha tentato di contestare il documento, pubblicando un grafico che mostra una diminuzione delle impression per i tweet di incitamento all’odio. Ma le rilevazioni effettuate dalla Commissione Europea, su tutte le società hi-tech che hanno accettato l’agreement di Bruxelles, non lasciano spazio a dubbi: tutti gli attori hanno peggiorato le loro prestazioni. La maglia nera, però, va a Twitter.
Twitter rimuove solo il 45,4% dei post segnalati
Meno del 50 % delle segnalazioni viene gestito nelle 24 ore (49.8%) e soltanto il 45,4% dei post viene rimosso. La riattivazione degli account sospesi, insieme allo smantellamento dell’ufficio di Bruxelles, hanno indotto la Commissione Europea a più di una riflessione, considerando la capacità di rimuovere velocemente i contenuti ed il rispetto della legge sui servizi digitali.
E mentre Twitter abbandona il controllo, Google e YouTube investono 13 milioni nel fact-checking
Con Twitter in piena burrasca, Google e YouTube investono 13,2 milioni di dollari in fact-cheking. Vanno, cioè, nella direzione opposta a quella della piattaforma di Elon Musk e sostengono l’International Fact-Checking Network (Ifnc), cui si deve il lancio di un fondo, il Global Fact Check Fund, destinato a 135 organizzazioni di 65 Paesi, per contrastare la disinformazione in oltre 80 lingue.
Il punto ccontroverso è capire chi decide quale notizia corrisponde a disinformazione!!!
Dal 2018, investiti 75 milioni di dollari per la lotta alla disinformazione
“Questa è la più grande sovvenzione per il controllo dei fatti mai assegnata da Google e YouTube“, ha fatto sapere il gruppo che, insieme a Google News Initiative, ha investito quasi 75 milioni di dollari in finanziamenti dal 2018 in progetti e partnership per l’alfabetizzazione mediatica e la lotta alla disinformazione.
Dal 2023 arriva Fact Checker Explorer
Il Fondo sarà operativo entro il 2023 e porterà non poche innovazioni: nei risultati di ricerca su Google, gli articoli verificati saranno ben evidenziati e lo stesso accadrà per YouTube. Grazie allo strumento Fact Checker Explorer, in azione su un database di 150 mila fonti attendibili provenienti da tutto il mondo, “Oltre al titolo, si vedrà un estratto originale del testo e una valutazione verificata da un’organizzazione indipendente”, hanno spiegato ancora.
YouTube si apre all’informazione da fonti certificate con ‘Breaking News’
E per le notizie in primo piano di stretta attualità, YouTube potrà visualizzare un pannello dal titolo esplicativo ‘Breaking News’, dove saranno riportati approfondimenti provenienti da fonti conformi alle linee guida di Google News.
Contestualmente, dal riquadro ‘Informazioni’, si potranno identificare le fonti delle notizie verificate e anche il livello di copertura mediatica dell’evento in questione.
Per ora, gli utenti e gli investitori sono solo in allarme ed hanno alzato il livello di allerta massima, ma sembrano pronti a scappare, a gambe levate, da un momento all’altro, lasciando la piattaforma Twitter ad Elon Musk ed al destino che il tycoon ha in serbo per il social.