Pensioni, il contesto italiano post Quota 100, quali sono le alternative?

La Quota 100 è stata una opportunità per numerosi lavoratori di andare in pensione, ma le cose sono destinate a cambiare.

La Quota 100 è stata un’opportunità, senza dubbio, per milioni di lavoratori italiani, al fine di vedere la tanta agognata pensione. Le cose, tuttavia, sono presto destinate a cambiare. A fine 2021 la Quota 100 ci saluterà e il contesto italiano delle pensioni sarà modificato. Non possiamo certo prevedere il futuro, ma possiamo senza dubbio fare delle ipotesi su ciò che ci attende nel 2022. I numeri di Quota 100 sono chiari come il sole. Nei primi sei mesi del 2021 l’età di decorrenza delle nuove pensioni ha subito una caduta. Per i lavoratori del privato si attesta a 61,2 anni, 62,6 anni per quelli pubblici. Qui di seguito opportune riflessioni e le valide alternative alla Quota 100.

Tale riforma a chi ha giovato particolarmente?

Come abbiamo visto nell’introduzione, c’è da tenere conto di una marcata differenza di genere: a beneficiare della Quota 100 sono stati gli uomini con redditi medio-alti. Bisogna quindi comprendere cosa accadrà una volta che tale riforma, voluta al suo tempo fortemente dalla Lega di Matteo Salvini, sarà superata. Nessuna proroga in vista per Quota 100, salvo imprevisti inaspettati. Tuttavia, ci sono ulteriori modi per andare in pensione. La Quota 100 era sicuramente un’opportunità, ma non la via unica.

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Riforma pensioni, il dubbio di Cazzola

Giuliano Cazzola è molto perplesso riguardo le intenzioni del Governo Draghi nei confronti delle pensioni. All’interno di un recente articolo pubblicato sul Riformista fa notare come: “il governo Draghi da febbraio ad oggi non ha mai pronunciato una sola volta la parola pensioni, fino all’incontro del 27 luglio con i dirigenti sindacali a cui – se l’hanno capito – il ministro Andrea Orlando ha raccontato loro che ‘non c’è trippa per gatti’; che si rientra, seppure un po’ ammaccati, nel percorso tracciato nel 2011, magari con qualche sconto per i lavori disagiati”.

A detta di Cazzola: “Se fino ad ora il governo ha avuto più problemi – ora con il M5S, ora con Matteo Salvini – sulle pensioni avrà certamente dei guai con i sindacati i quali cercheranno di giocare su tutti i tavoli: su quello del Pd (novello asino di Buridano) alla ricerca di un’anima di sinistra, e su quello dei partiti colpevoli di quota 100 e dintorni. Perché, come insegna la letteratura gialla, i colpevoli ritornano sempre sul luogo del delitto”. Bisognerà vedere come si evolverà la situazione quando “busserà alle porte della legge di bilancio il tormentone delle pensioni”.

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Alternative a Quota 100: pensione di vecchiaia

Ora diamo il via alle varie opzioni a Quota 100 per andare in pensione, partendo dalla pensione di vecchiaia. L’uscita principale prevista, al suo tempo, dalla Riforma Fornero, è quella della pensione di vecchiaia. Il requisito principale, valevole fino al 2022, è quello di 67 anni di età e almeno 20 di contributi sommati anche presso più gestioni Inps e Casse professionali, grazie al cumulo contributivo. Come precisa il Corriere della sera: “Si tratta di una prestazione rivolta a tutti i lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria (Ago), agli iscritti alla Gestione Separata e ai lavoratori iscritti ai fondi pensione esclusivi e sostituivi dell’Ago”.

Cosa c’è da sapere sulla pensione anticipata

La pensione anticipata si può ottenere anticipando un requisito di natura contributiva. Se volessimo parlare in maniera più approfondita, il requisiti contributivo è di 42 anni 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. In questo caso non c’è alcuna differenza dal tipo di lavoratore (pubblico, privato o autonomo). Come precisato dalla Riforma Fornero, il requisito contributivo improrogabile al fine di ottenere la pensione anticipata doveva essere adeguato periodicamente alle aspettative di vita.

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C’è stata tuttavia una sospensione degli adeguamenti fino al 31 dicembre 2026 in seguito all’introduzione di Quota 100 e le successive disposizioni attuative. Dal sito di Pensioni&Lavoro viene esplicato: “Ciò significa che, nel corso del 2019, non è entrato in vigore l’adeguamento di 5 mesi originariamente previsto, tanto che i requisiti per la pensione anticipata si sono appunto mantenuti identici – e lo stesso sarà per il 2021”. Di certo poco vantaggioso è invece il ritono delle finestre mobili relativo a Quota 100. Infatti, se fino allo scorso dicembre la pensione anticipata decorreva dal mese successivo alla maturazione del requisito contributivo richiesto, dal 2019 c’è stata la rentroduzione di una finestra di tre mesi. Passano quindi tre mesi da quando è possibile inviare la domanda per la pensione al momento in cui l’assegno è effettivamente erogato.

L’opportunità Ape Sociale

Quando fu introdotta la Quota 100, si parlava anche dell’Ape Sociale. Si tratta di un anticipo pensionistico tutt’ora attivo e che potrebbe essere prorogato dal governo Draghi. Tale misura sperimentale è attiva dal 1° maggio 2017. Al momento la scadenza è prevista per il prossimo 31 dicembre. L’anticipo è previsto peri soggetti aventi almeno 63 anni e rientranti nelle categorie socialmente deboli. Tra questi troviamo i disoccupati, i lavoratori che assistono in casa un familiare disabile oppure coloro che svolgono lavori usuranti.

Precoci: chi sono?

Dal 2017 si può accedere anche a un pensionamento anticipato per uomini e donne con 41 anni di contributi, al di là della loro età anagrafica. Questi avranno però dovuto lavorare prima del raggiungimento dei 19 anni per circa 12 mesi. Per tale obiettivo può essere utile anche, per tale obiettivo, i periodi lavorativi riscattati all’estero e quelli riscattati per le omissioni contributive. Il lavoro può essere stato svolto anche in maniera non continuativa, ma i lavoratori “precoci” devono tuttavia possedere un’anzianità contributiva precedente al 1996.

Isopensione

Tra le opportunità per uscire dal lavoro vi è anche l’isopensione. Tale organo è un prepensionamento che può essere attivato dai datori di lavoro con più di quindici lavoratori, con costi unicamente a carico della realtà in cui si svolge la professione. Permette di accedere anticipatamente alla pensione fino a 7 anni nel caso di esodi collocati entro il 30 novembre 2020. La durata massima dell’esodo è di 7 anni fino alla decorrenza della pensione di vecchiaia nel caso di esodi collocati entro il 30 novembre 2023. L’esodo può durare sette anni fino alla decorrenza della pensione di vecchiaia o alla pensione anticipata nel caso in cui arriva prima. Per poter accedere all’isopensione, l’azienda riconosce un assegno di valore al lavoratore pari alla pensione maturata al momento dell’uscita e una contribuzione previdenziale piena calcolata sulla media degli stipendi degli ultimi quarantotto mesi.

Queste sono solo alcune alternative a Quota 100. In questo articolo ne abbiamo illustrato le principali.