Un uomo di 54 anni di Padova, disoccupato, si è tolto la vita in una casetta per gli attrezzi vicino alla sua casa, inalando gas di scarico con un tubo e soffocandosi con una busta di plastica avvolta attorno alla testa.
Non è il primo disoccupato che decide di mettere fine alla sua vita in un attimo, e neanche sarà l’ultimo perché sono sempre di più coloro che sono ossessionati dal lavoro che non riescono a trovare e dopo l’ennesima porta sbattuta in faccia decidono di togliersi la vita. A 54 anni trovare lavoro deve essere sembrata una missione impossibile e l’unica soluzione deve essere sembrata quella più drastica e peggiore, la morte.
La disperazione
C’era solo tanta disperazione nella vita di questo signore che all’improvviso ha perso il lavoro e si è trovato a fare la vita da indigente. Prima era amato e rispettato ma ormai gli rimanevano solo la frustrazione e tanta, tanta solitudine che lo hanno portato fino all’esasperazione.
Una persona disperata che non si sentiva più utile, così si sentiva questo signore, vedeva che tutto quello che aveva costruito con grandi sacrifici era miseramente fallito e non riusciva più a risollevarsi. La fine di tutto è arrivata piano piano ma inesorabile.
Gli altri casi
Ma questo non è stato l’unico caso. Nella stessa provincia di Padova solo due giorni fa Emanuele Vezzù, imprenditore di 57 anni, è stato trovato impiccato nella sua azienda. L’imprenditore si è tolto la vita nella sua ditta di Peraga di Vigonza, la Ital Service, azienda specializzata nel commercio di ricambi di cucina ed elettrodomestici.
Le imprese entrano in crisi e con la crisi arriva anche la depressione che fa paura e porta alla fine della vita. Quando una impresa fallisce ecco che l’imprenditore si chiude in se stesso per cercare di capire dove ha sbagliato, facendosi venire i sensi di colpa anche quando non ci sono colpe.
E purtroppo nella maggioranza dei casi si decide di dare un taglio netto alla propria vita perché tutto sembra perduto.