Rachele Silvestri: costretta al test di paternità per il figlio

Deputata FdI: "accusata di una relazione clandestina che mi avrebbe fatto avere la candidatura"

“Sono stata costretta a fare il test di paternità per mio figlio. Dicevano che era di un politico FdI”, queste le parole di Rachele Silvestri, deputata passata dal Movimento 5 stelle a Fratelli d’Italia. In una lettera pubblicata sul Corriere della Sera, la politica ha raccontato che dopo la nascita del figlio, hanno cominciano a girare diverse voci e pettegolezzi sul suo conto. In molti hanno pensato che il padre di quel bambino non fosse il compagno di Silvestri ma un politico molto influente di FdI, anche sposato.

“Mio figlio sarebbe nato da una relazione clandestina, grazie alla quale io avrei anche ottenuto la mia candidatura. Riuscite soltanto a immaginare come mi sono sentita? Non bisogna essere una donna per capire lo schifo, la violenza, l’umiliazione”, si legge nella lettera. Così, per porre fine a queste dicerie infondate, la deputata ha deciso di far fare il test del Dna al piccolo.

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Il test ha rilevato che il piccolo è figlio del compagno di Silvestri

Dalle analisi è emerso di essere figlio di Fabio, compagno della donna. La lettera si chiude con le parole del premio Nobel per la pace Elie Wiesel: “Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci. La neutralità favorisce l’oppressione, mai la vittima”