Bombe carta, scontri con la polizia. Si sono infiltrati nel presidio pacifico di 400 persone, che si stava tenendo in Piazza del Popolo, per seminare caos e disordine. Il presidio non era autorizzato, ma il leader Giuliano Castellino, prima di iniziare, aveva promesso un presidio tranquillo e pacifico. Invece a 3 minuti dall’inizio, tutto è precipitato nel caos e nel delirio totale.
Cassonetti a fuoco, bombe carta contro la polizia, tafferugli, grida, motorini lanciati per aria. Così, un gruppo di estrema destra ha rovinato quella che avrebbe dovuto essere una protesta pacifica e che invece si è trasformata in una notte infernale.
La polizia ha fermato otto persone, è riuscita a bloccarli prima che raggiungessero il centro.
Ma con queste frange estreme, tantissime persone che erano lì non c’entrano nulla. Non c’entrano nulla Laura e Sara, che ai giornalisti de Il Messaggero hanno raccontato le loro storie. “Ho un ristorante in centro, altre sei attività e 90 dipendenti da pagare. Da lunedì non so dove andare a sbattere” dice Laura. Sara, invece, lavorava in un ristorante ed è “stata licenziata. Devo vivere con mia madre e lo Stato mi ha detto che per me non ci sono aiuti. Siamo qui perché non sapevamo dove andare per farci ascoltare”.
Storie di gente che ieri, con quel presidio, tentava solo di dare voce alle loro problematiche. Certamente non come chi, ieri notte a Piazza del Popolo, lanciava motorini e bombe carta nel nome della violenza gratuita.