Ieri, 09 dicembre, è stata eseguita presso il laboratorio Labanof di Milano l’autopsia sul corpo rinvenuto lo scorso novembre a Novellara. I resti umani si trovavano sotto terra, a 1,5 metri di profondità, all’interno di un casolare ubicato a solo 500 metri dall’abitazione di Saman Abbas, la pakistana 18enne scomparsa ad aprile 2021.
L’esame autoptico non ha rilevato altri tagli se non uno all’altezza della gola. Tuttavia, secondo l’avvocato dell’associazione Penelope, gli scollamenti e abrasioni rinvenute sul corpo “potrebbero essere dettate dall’effetto tappo, essendo stata sotto terra per un anno e mezzo”.
L‘avvocato dell’associazione Ucoii per contro ha dichiarato che da quanto emerso dall’autopsia le modalità con cui sarebbe stata uccisa la ragazza sembrerebbero “atroci”, diversamente da quanto ipotizzato finora.
Tuttavia, per chiarire ogni dubbio dovranno essere effettuati ulteriori esami istologici dagli esperti del team guidato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo. Alle attività forensi partecipano, oltre ai periti nominati dai giudici, anche i consulenti nominati dalle parti.
I resti di Saman sarebbero stati trovati seguendo le indicazioni dello zio Danish Hasmain. Con l’accusa di omicidio aggravato e di occultamento di cadavere sono imputate 5 persone. Tutte famigliari di Saman. Il padre, la madre, lo zio e due cugini. Il processo avrà inizio il 10 febbraio 2023.