Si chiama “Carta Risparmio Spesa” e manderà in pensione la vecchia “social card”

La nuova Social Card sarà gestita direttamente dai comuni e sarà sostenuta con un fondo da 500 milioni di euro.

Certamente non da subito, ma l’ipotesi più probabile è che la nuova carta risparmio spesa – pensata per alleviare le difficoltà economiche di milioni di italiani – finisca per sostituire la vecchia “social card”. Dovrebbero beneficiarne i redditi non superiori ai 15 mila euro di Isee familiare. Anche su dove possa essere utilizzata, non vi sono certezze: pare, infatti, che saranno le singole attività commerciali a decidere se accettarla o se rifiutare di aderire all’iniziativa.

Carta Risparmio Spesa: Da decidere ancora la platea dei beneficiari

La nuova carta, che sarà introdotta con il 2023, sarà gestita direttamente dai Comuni, ai quali andranno i 500 milioni previsti a copertura del sussidio predisposto nella finanziaria Meloni. Attualmente la social card, gestita dall’Inps, prevede un importo fisso di 80 euro, con cadenza bimestrale, destinati all’acquisto di generi alimentari e al pagamento delle utenze. Toccherà ai ministeri dell’Agricoltura e a quello dell’Economia stabilire “i criteri e le modalità di individuazione dei titolari del beneficio – si legge nella bozza del provvedimento – tenendo conto dell’età dei cittadini, dei trattamenti pensionistici e di altre forme di sussidi e trasferimenti già ricevuti dallo Stato, della situazione economica del nucleo familiare, dei redditi conseguiti, nonché di eventuali ulteriori elementi atti a escludere soggetti non in stato di effettivo bisogno”.

Rimangono da definire anche  “l’ammontare del beneficio unitario, le modalità e i limiti di utilizzo del Fondo e di fruizione del beneficio, da erogare sulla base di procedure di competenza dei comuni di residenza” nonché “le modalità e le condizioni di accreditamento degli esercizi commerciali che aderiscono a Piani di contenimento dei costi dei generi alimentari di prima necessità”.

Povertà in aumento : 27 milioni di italiani in difficoltà economiche

Un rapporto di Up Day Tecné registra che l’ “86% delle famiglie vulnerabili ha tagliato i consumi che riguardano l’abbigliamento, il 78% ridotto i consumi delle utenze domestiche, il 72% risparmiato sulla spesa alimentare e il 54% ha rinunciato a visite mediche”. Rispetto al 2019, quando il Covid ancora non aveva stravolto la vita di tutti, solo l’8% ha dichiarato un miglioramento della propria condizione. Per il 44%, la situazione è peggiorata e, per il 48%, è rimasta la stessa. Ad avvilire ulteriormente il portafoglio degli italiani, è arrivata anche l’inflazione, che ha colpito con un aumento del 12% rispetto all’ottobre 2021 e supera addirittura il 13% per il paniere degli alimentari. “Il 35% delle famiglie (27 milioni di individui) vive una qualche forma di disagio, che va dalla povertà assoluta a una vulnerabilità lieve”, conclude il rapporto.

Nessun obbligo per il commerciante che non aderisce

“Abbiamo in mente di selezionare, con decreto, alcuni alimenti e utilizzare questi 500 milioni di euro per abbassare il prezzo di quei beni per gli incapienti, attraverso la rete dei Comuni – ha detto Giorgia Meloni – Ma abbiamo in mente, su questo, anche di fare un appello ai produttori e ai distributori per aiutarci in quest’opera: noi diremo, in base a chi aderirà dandoci una mano, calmierando a sua volta il prezzo (dei beni, ndr), quali sono quei produttori e quei distributori che hanno aderito a questa nostra iniziativa e dove si potranno spendere queste risorse.”

E qui potrebbe sorgere un problema non da poco: se gli esercizi commerciali di un comune decidessero di non aderire alla proposta del governo, i benefici della Carta Risparmio Casa rimarrebbero solo dei desiderata. L’esercente riottoso non avrebbe alcun obbligo di sorta, almeno secondo la bozza.

Giorgetti: “Non si aggravino la povertà e il disagio sociale”

” L`impennata del costo dell`energia minaccia la sopravvivenza delle nostre imprese, non solo nelle industrie a elevata intensità energetica, ma anche nei servizi. Le famiglie sono duramente colpite dal forte rialzo dell’inflazione, mentre le retribuzioni crescono ad un ritmo assai moderato”.Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nella premessa al Documento di bilancio appena pubblicato e inviato alla Commissione europea e al Parlamento. “Si impone, pertanto, una continuazione – si legge – e un rafforzamento degli aiuti a imprese e famiglie, rendendoli ancor più mirati, incisivi e differenziati”.

“Ciò affinché le risorse di bilancio siano spese in modo oculato e, al contempo, non si creino situazioni di forte svantaggio competitivo a danno delle imprese italiane e non si aggravino la povertà e il disagio sociale. È inutile dire – aggiunge il ministro – che stiamo attraversando una fase di severa difficoltà a livello economico e sociale e di grande incertezza riguardo al contesto geopolitico”.