Si può contrarre il coronavirus attraverso le goccioline che fluttuano nell’aria?

È fondamentale indossare la mascherina per evitare di venire a contatto con le famose goccioline di saliva, fonte quasi certa di contagio

Un team di ricerca formato da fisici dell’Università di Amsterdam e ricercatori medici dell’UMC di Amsterdam e dei Centri di Cardiologia dei Paesi Bassi ha condotto uno studio su come le goccioline di aerosol possono essere correlate alla trasmissione del Coronavirus tra soggetti. 

Infatti, attraverso l’aria, possono essere inalate le goccioline contaminate dal virus, che vengono emesse quando si parla, quando si starnutisce o quando si tossisce. Le parti più grandi delle goccioline si depositano sul suolo quasi immediatamente, pertanto non sono particolarmente rischiose per i soggetti che si trovano a distanza di sicurezza, ma le microgocce possono stazionare nell’aria per diversi minuti, e quindi potrebbero contagiare diversi soggetti.

Gli studiosi hanno utilizzato tecnologie all’avanguardia per studiare con precisione per quanto tempo le microgocce fluttuano nell’aria, mantenendo la loro attività e la carica virale. I ricercatori hanno concluso dicendo che in genere la trasmissione attraverso le gocce fluttuanti nell’aria, cosiddette aerosol, appunto, non avviene con molta frequenza ma non è del tutto da escludere.

L’importanza delle mascherine

È proprio per questo motivo che si consiglia sempre di indossare la mascherina, soprattutto in ambienti stretti, affollati e poco ventilati. Infatti, quando si verificano colpi di tosse continui, starnuti ecc., tipici di questo periodo influenzale, vi è una maggiore probabilità di contrarre il virus, anche a distanza, se gli ambienti non sono particolarmente spaziosi o areati. 

Gli scienziati hanno inoltre individuato una tipologia di persone, definite “superspreader”, che hanno la capacità di produrre 20 volte di più di aerosol degli altri soggetti, esponendo quindi chi si trova nello stesso ambiente ad un rischio maggiore. Ovviamente, è impossibile sapere se i soggetti con i quali si è a contatto sono “superspreader” o meno, pertanto non è consigliabile rimuovere la mascherina nemmeno se si mantiene la distanza consigliata.

Leggi anche: Mascherine in tessuto: si o no? Ecco cosa dice l’OMS