È scattata nella notte la maxi operazione che ha portato all’arresto di 22 affiliati del super latitante Trapanese, ricercato dal 1993.
Sono finiti in manette boss e imprenditori, a seguito dell’indagine “Anno Zero”, guidata dalla Dda di Palermo.
Nelle intercettazioni telefoniche, numerosi riferimenti al brutale omicidio di Giuseppe di Matteo, figlio di Santino, collaboratore di giustizia, rapito e ucciso dopo 779 giorni di prigionia.
“Bimbo sciolto nell’acido? Ha fatto bene Riina”,
così parla uno degli intercettati, e l’interlocutore rincara la dose: “Se la stirpe è quella, suo padre perché ha cantato? Se tenevi a tuo figlio, perché non ritrattavi tutte cose? Allora sei tu che non ci tenevi”.
In manette anche due cognati del super latitante, Gaspare Como e Saro Allegra. Arrestato anche l’imprenditore Carlo Cattaneo, con l’accusa di utilizzare parte dei ricavati della sua attività di scommesse on line, per rimpinguare le casse della cosca.
Le accuse sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni, tutte aggravate dalle modalità mafiose.
Il Comandante del Ros di Trapani, il generale Pasquale Angelosanto: “Trapani è saldamente nelle mani di Messina Denaro. È un latitante che sta sul territorio, ma nel tempo si è anche spostato. Per questo le sue ricerche sono difficili”.