Trieste, la città della bora, non dimentica. Il capoluogo giuliano è noto per i suoi monumenti multietnici e per la convivenza di molteplici religioni ed etnie. Oggi, un atto solenne per commemorare la memoria di chi non c’è più e per trasmettere il ricordo ai più giovani, in maniera che detta memoria sia imparata e tramandata.
Stamane è iniziata alle ore 9.00 una cerimonia giunta alla sesta edizione, che prevede la posa di pietre d’inciampo sui marciapiedi della città. Sono considerati piccoli monumenti fatti di pietra ricoperta di ottone che intendono ricordare l’Olocausto e le sue vittime. Ognuna riporta il nome di un deportato nei campi di sterminio nazisti. Si chiamano pietre d’inciampo perché devono fare inciampare i pensieri di chi ci cammina sopra.
Nella città nordorientale erano già state collocate nelle cinque edizioni precedenti 83 pietre, che con le 15 che si sono aggiunte oggi totalizzano 98.
La cerimonia ha coinvolto le autorità cittadine e della comunità ebraica, molto attiva nel capoluogo. Per la prima volta questa edizione ha dedicato una pietra d’inciampo a un rappresentante della comunità rom/sinti. La prima pietra è stata collocata fuori della scuola media “Divisione Julia“, alla presenza degli studenti, per commemorare Maura Morpurgo. Le tappe successive hanno tracciato un cammino della memoria attraverso le vie della città.