Truffa INPS e agenzia delle entrate, nuovi arresti

Due imprenditori arrestati in Puglia per truffa aggravata nei confronti di Inps e Agenzia delle Entrate, insieme ad altri tre arrestati e un ricercato 84 ditte per crediti e erogazioni previdenziali fasulle.

 

Maxi arresto nel territorio pugliese per truffe aggravate nei confronti di Inps e Agenzia delle entrate, due imprenditori da questa mattina sono agli arresti domiciliari. Sono Eleno Mazzotta, Presidente nazionale di Feredaziende e Gennaro Capoccia, presidente nazionale di E.Bi.N, Ente Bilaterale. La denuncia da parte dell’Agenzia delle Entrate preso il Tribunale di Nocera Umbra ha fatto partire le indagini nel 2018 nei confronti di un sodalizio criminale composto da imprenditori, consulenti, professionisti del pubblico impiego. Sono cinque gli arrestati più un indagato cercato dai carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore che questa mattina hanno eseguito l’ordinanza applicativa della misura cautelare. Insieme ai due imprenditori sono stati arrestati, un agenti di Polizia Penitenziaria di Casoria e gestore di fatto di Federaziende Campania; un consulente del lavoro di Sant’Egidio del Monte Albino responsabile di zona per Federaziende Pagani; un consulente del lavoro di Benevento responsabile di zona per Federaziende Moiano. C’è un sesto indagato al momento non reperibile.

Inps e Agenzie delle entrate truffate da 84 ditte

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Le indagini sono partite nel 2018, gli arresti sono stati eseguiti nei territori di Salerno, Benevento, Napoli e Salento. Un giro di carte false e un sodalizio di 84 ditte indagate insieme ai loro rappresentati legali corrispondeva milioni di euro per erogazioni previdenziali e crediti di imposta, una cifra di due milioni di euro ottenuti tra compensazioni fittizie, assegni per nucleo familiare, malattia e maternità, l’importo comprendeva anche i famosi 80 euro di Renzi ottenuti con modelli F24 che simulavano nei confronti dell’erario per il conteggio Irpef crediti o importi inesistenti. I rappresentati legali delle ditte indagate dichiaravano di aver anticipato dei soldi a favore dei propri indipendenti: i 2.107.394,10 di euro distribuite tra assegni di malattia, maternità, e bonus. I soldi, però, non finivano nelle tasche dei lavoratori ma in un giro così composto: 683.283,31 euro per il pagamento dei contributi ai lavoratori e per estinguere altri debiti tributari; 1.424.165,799 euro devoluta a favore di Federaziende e dell’ente bilaterale E.Bi.N.

Il coinvolgimento di Federaziende e E.Bi.N

L’adesione a queste due realtà comportava la possibilità di evolvere parte dei soldi in corsi di aggiornamento e formazione legati alla sicurezza per i lavoratori subordinati, i carabinieri hanno accertato che i soldi non sono stati usati per queste finalità. Federaziende e E.Bi.N. sono stati scelti dopo l’accertamento da parte degli stessi indagati di una falla all’interno del sistema di controllo dell’Inps e del Sispi, Società Italiana di Servizi per la Previdenza Integrativa. Nel giro di carte false per la truffa aggravato sono finiti in totale 90 indagati, i carabinieri grazie ad un sequestro preventivo sono riusciti a recuperare parte delle somme di denaro distribuite tra quote di società e beni immobili.

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Iole Di Cristofalo
Iole Di Cristofalo
Articolista e web copywriter