Al momento il bilancio del raid russo di sabato sulla regione di Dnipro in Ucraina è di 35 morti. Il governatore della regione ha annunciato stamane che le operazioni di soccorso stanno andando avanti da almeno 40 ore. I soccorritori stanno facendo l’impossibile per salvare le vite dei civili rimasti sepolti sotto le macerie. Nelle operazioni di soccorso, 39 persone sono state salvate, mentre 75 residenti del condominio risultano feriti e 35 sono ancora dispersi. Tra le vittime ci sono bambini. Due hanno perso la vita mentre 14 sono rimasti feriti. Il bilancio non è ancora definitivo.
Il Presidente Zelensky condanna “il silenzio codardo” del popolo russo.
I fatti raccontano che sabato 14 gennaio un missile sovietico Kh-22 si è abbattuto alle ore 14.35 su un condominio di Dnipro dove abitavano 72 famiglie. L’ordigno era concepito per sfondare una portaerei. Pesava 5,5 tonnellate. Inevitabile la tragedia. L’esplosione fa collassare l’edificio e annulla decine di vite. Altre 290 abitazioni della zona risultano inagibili.
Il portavoce della Difesa russa ha dichiarato ieri che “l’attacco è perfettamente riuscito“. Il rappresentante del Cremlino ha fatto riferimento soltanto alle strutture di comando e controllo e alle infrastrutture energetiche colpite. Nessuna parola in relazione alla strage dei civili.
Kiev e gli alleati sono certi che gli attacchi della Russia alle strutture civili non siano un incidente di percorso, ma intendano proprio uccidere la popolazione per incrementare la pressione su Kiev. Ieri, domenica 15 gennaio è stata colpita anche la Croce Rossa a Kherson, ferendo due volontari.