Sul vaccino Covid-19 l’Europa si muove all’unisono solo in apparenza, perché la Germania balla da sola e l’Italia, per ora, guarda a bordo pista la performance di Berlino, che si accaparra 30 milioni di dosi in più con una trattativa privata, oltre a partire subito con oltre 150mila preparati Pfizer-BioNtech già disponibili.
Vaccino Pfizer BioNtech per tutti ma la Germania è in pole position
La polemica è esplosa nei giorni scorsi quando a fronte di 9.750 dosi del vaccino anti Covid-19 di Pfizer-BioNtech, ricevute dall’Italia per il V-day del 27 dicembre, la Germania ne ha vantate 151.125. La stampa tedesca, Der Spiegel e Bild in testa, hanno sollevato al riguardo la questione del vaccino francese Sanofi che è inciampato in un problema, sbagliando le dosi dell’antigene, con conseguente ritardo di parecchi mesi sulle consegne.
In pratica, la Germania, notando che un player europeo era in ritardo, ha temuto che l’Europa fosse in affanno, dopo aver ripartito gli ordini di acquisto tra tutte le case farmaceutiche, secondo logiche di equilibrio commerciale, e ha puntato quindi su trattative bilaterali con Pfizer per ottenere forniture aggiuntive.
La precisazione di Domenico Arcuri
Questa ricostruzione però viene respinta in sede Ue e lo stesso commissario Domenico Arcuri ha cercato di chiarire la questione con la seguente nota: ” Le 150mila che sono state consegnate fanno parte delle forniture successive che nel nostro Paese arriveranno a partire dal 28 dicembre. L’assegnazione è stata fatta a livello Ue sulla percentuale di popolazione, sia per il vax day sia per le forniture successive a regime. Il nostro piano di distribuzione prevede di avere 450mila dosi a settimana a partire da domani, che arriveranno direttamente nei luoghi di somministrazione”.
Berlino compra 30 milioni di dosi aggiuntive
La precisazione però non chiarisce quello che la stampa tedesca aveva anticipato e Federico Giuliani conferma la notizia per Inside Over perché, in realtà, la Germania sta giocando una partita tutta sua, avendo effettivamente acquistato la bellezza di 30 milioni di dosi aggiuntive da Pfizer, in barba agli accordi e alla solidarietà europea.
Si tratta, in effetti, di un’intesa bilaterale per accaparrarsi queste dosi extra da aggiungere alle 55,8 milioni di unità previste dalla suddivisione europea tra i vari Paesi. Inoltre, la Germania gioca anche in casa, perché BioNTech è un azienda tedesca che ha collaborato con Pfizer per realizzare il vaccino e quindi il ministro della sanità Jens Spahn ha comunicato che la produzione si intensificherà anche su suolo tedesco per mettere sotto controllo la pandemia entro l’autunno e, per farlo, servono 140 milioni di dosi, necessarie a coprire 70 milioni di abitanti su 83.
L’Europa spiazzata dalla Germania
E’ evidente che i piani europei si sono infranti davanti alla determinazione tedesca: Bruxelles ha ordinato, come ricorda Giuliani, 1,3 miliardi di dosi per circa 650 milioni di abitanti, ma le forniture arriveranno gradualmente e, tra queste, 400 milioni di dosi Pfizer e 80 da Moderna. Secondo il giornale tedesco Bild, la Germania potrebbe scavalcare di nuovo la Ue con un nuovo bilaterale proprio con Moderna, per assicurarsi l’immunità di gregge.
In ogni caso, la polemica divampa anche riguardo la differenza tra l’Italia, con 9.750 dosi di partenza, contro la massa di dosi tedesche e il doppio ricevuto dalla Francia (19.500), concludendo che, almeno sulla linea di partenza, qualcuno abbia avuto più carburante degli altri per partire con maggiore sprint.
Il parere di Gian Micalessin
Il dato della partenza a razzo dei tedeschi si conferma già il 29 dicembre con 41.962 persone vaccinate a fronte di 8.361 italiane. Tuttavia, i pareri non sono univoci e Gian Micalessin, corrispondente e firma storica del Giornale, spezza una lancia in favore dell’Europa che ha prenotato comunque in modo tempestivo un miliardo e trecento milioni di dosi della aziende farmaceutiche, senza farsi travolgere dalle solite pastoie burocratiche.
A dire il vero, secondo Micalessin, in questo rinnovato dinamismo c’entrerebbe anche la forzatura di Italia, Francia, Germania e Olanda che hanno firmato a primavera un contratto di fornitura per il vaccino Oxford/Astra Zeneca, da affiancare a Pfizer e Moderna, svegliando la Ue dal suo torpore, al punto che Bruxelles sembra decisa a organizzare piani pandemici anche per il futuro, in autonomia dall’Oms, per reagire con tempestività e non farsi più prendere di contropiede.
Astra Zeneca in ritardo, altro guaio per l’Italia
In merito al vaccino Oxford Astra Zeneca, ci sono però ritardi autorizzativi, legati alla fine della sperimentazione, che difficilmente arriveranno entro gennaio da parte dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) e ci saranno probabili conseguenze sulla tabella di marcia:
- Svantaggio sanitario rispetto alla Gran Bretagna che lo ha già autorizzato a partire dal 4 gennaio
- Ritardato arrivo di 40,38 milioni di dosi in Italia, sulle 400 prenotate dall’Europa, per rafforzare la campagna vaccinale di Pfizer e Moderna
- Impossibilità di vaccinare entro marzo 13 milioni di italiani, come promette il governo, senza almeno 16 milioni di dosi Astra Zeneca nel primo trimestre 2021, dato che 5,46 milioni di preparato Pfizer coprirebbero con vaccino e richiamo solo 2,73 milioni di persone in 90 giorni.
Gli errori dell’Italia
Sul vaccino Covid-19 la Germania per ora balla da sola e l’Italia è ancora a bordo pista, soffre la mancanza di peso in Europa, gioca di rimessa, si accoda ma non guida, facendo il contrario dei tedeschi che mettono a disposizione di Pfizer-BioNtech uno stabilimento a Marburg in Assia.
Secondo molti osservatori, questa mossa avrebbe giovato molto anche al nostro Paese e una delle industrie farmaceutiche avrebbe accettato di buon grado di spostare da noi parte della produzione per l’Europa, garantendo anche dosi extra per l’Italia, proprio come avviene in Germania, purché si accettasse il rischio di investire risorse nel progetto, ci fosse un leader carismatico in grado di trattare con i colossi del big pharma e l’organizzazione sanitaria permettesse vaccinazioni veloci su larga scala: tutte cose su cui l’Italia appare in affanno.
L’iniziativa tedesca dimostra l’inconsistenza europea
A questo quadro si aggiunge l’analisi di Giovanni Sallusti riguardo il decisionismo della cancelliera Angela Merkel che non ha esitato, nell’interesse tedesco, a ignorare l’Accordo degli Stati membri per il reperimento del vaccino contro Covid-19, vidimato in giugno dalla Commissione Europea, che prevedeva all’articolo 7 “l’obbligo di non negoziare separatamente“.
Non appena ci sono in gioco interessi nazionali, la Germania agisce quindi di conseguenza ignorando le regole europee e Frau Merkel lo ha precisato nell’intervista rilasciata lo scorso gennaio al Financial Times: “L’Unione Europea è come un’assicurazione sulla vita, poiché la Germania è troppo piccola per esercitare influenza geopolitica nel mondo attuale”.
In pratica, come spiega Sallusti, l’appartenenza all’Unione, come entità geopolitica tra Stati Uniti e Cina, fa comodo a Berlino per ampliare la sua sfera d’influenza economica ma, non appena si affronta un’emergenza come quella pandemica, l’interesse nazionale prevale sulla bandiera blu stellata e chi non riesce a stare al passo peggio per lui. Ogni riferimento alla situazione romana non è puramente casuale.