Verissimo, Ambra Angiolini: “La bulimia? Aiutata dalla figlia Jolanda”

Ambra Angiolini ospite di Verissimo ha raccontato a Silvia Toffanin il dramma vissuto legato alla bulimia: le rivelazioni dell'attrice

In tour nei vari salotti televisivi per promuovere l’uscita del suo primo libro dal titolo InFame, Ambra Angiolini non manca di presenziare a Verissimo lasciandosi andare a moltissime confidenze rivelate alla sua amica Silvia Toffanin, come sempre perfetta e cortese padrona di casa. Ambra ha parlato in particolare del suo rapporto con il cibo e della bulimia, un malessere di cui è stata affetta e da cui non è stato facile uscire.

Ambra ha ammesso che significato aveva per lei mangiare, un modo per sfogare una rabbia interiore che non le permetteva di chiedere aiuto. Sostenuta dalla figlia Jolanda, ma anche dall’ex marito Francesco Renga e dall’attuale compagno Allegri, Ambra ora ne è uscita e ritiene opportuno rendere noto il disagio che ha provato: “Mangiare era il modo di sfogare la mia incapacità di chiedere aiuto. Ho sempre cercato di fare male a me stessa e mai agli altri“.

L’attrice ha poi aggiunto senza remore cosa provava in quei momenti: “Ad un certo punto, non riesci più a vedere lucidamente quello che succede fuori. Tutto il percorso è buio e luce, hai dei momenti di grande felicità alternati a momenti di disperazione totale. Quando però perdi anche il motivo per il quale succede, lì cominci ad avere una paura che ti porta a cercare altro senza stancarti mai, fino a che, ma non per tutti, arriva il lieto fine…”

Ambra Angiolini: “Jolanda mi ha aiutato a capire…”

Ambra ha poi spiegato che a darle la forza per guarire e uscire da un tunnel drammatico che avrebbe potuta portarla alla morte è stata inconsciamente la sua prima figlia Jolanda. La gravidanza le ha infatti prendere consapevolezza del suo corpo facendole trovare la forza e la determinazione per reagire, cosa che fino a quel momento non aveva considerato possibile:

Lei ha fatto in modo che la mia pancia diventasse improvvisamente il posto più accogliente e pieno della terra. In un momento in cui mai avrei voluto che accadesse, me la son dovuta portare dentro per nove mesi finché non è uscito il mio miracolo più bello”.