All’alba di oggi 23 maggio, le fiamme gialle dei comandi provinciali di Agrigento e Verona, insieme ai carabinieri del capoluogo veneto, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale scaligero, nei confronti di 10 soggetti, 3 dei quali condotti in carcere e 7 agli arresti domiciliari. Le misure sono state prese in Veneto, Lazio e Sicilia, sostenute dall’accusa nei confronti dei soggetti interessati, di essere stati parte attiva di un’associazione per delinquere.
Gli indagati avrebbero condotto truffe finalizzate ad incassare contributi del “Bonus facciate” anche se non dovuti. Questi utilizzavano crediti fiscali fittizi che, una volta monetizzati, venivano riciclati ed impiegati per l’acquisto di attività sul Lago di Garda. Le Fiamme Gialle agrigentine, durante le indagini, avevano intercettato alcune conversazioni telefoniche, di dubbio contenuto, da cui però emergevano operazioni aventi ad oggetto transazioni finanziarie collegate alla cessione di crediti fiscali provenienti dal “bonus edilizi”.
I reati contestati all’associazione
L’accusa ha aggravante transnazionale, in quanto i malfattori hanno operato sia sul territorio nazionale che estero. L’associazione si è avvalsa, inoltre, della consulenza di un commercialista attivo nella Provincia di Treviso. Agli indagati sono contestati i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio e autoriciclaggio.