Sandro Pertini, il nostro presidente di sempre, personaggio storico ed uomo

I mille volti del presidente

Sandro Pertini, o meglio, Alessandro Pertini, il presidente partigiano celebrato anche nella canzone L’italiano di Toto Cutugno, conosciuta in tutto il mondo, è stato e, per certi versi, è ancora, il nostro presidente: in carica effettiva dal 1978 al 1985, continua, in realtà, ad esserlo nelle nostre menti e nei nostri cuori, a prescindere dal nostro credo politico di appartenenza.

Sandro Pertini una vita dedicata alla politica

Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini con un bambino.

Sandro Pertini è un uomo che ha tenuto unita l’Italia, riuscendo a fronteggiare le situazioni politiche più intricate: rappresenta un pezzo di storia importante del nostro Paese, dalla prima guerra mondiale, durante la quale combattè, sul fronte dell’Isonzo; nel dopoguerra entrò a far parte del Partito Socialista Italiano e si oppose con tutte le sue forze al fascismo, e fu perseguitato per questa sua strenua opposizione, che gli procurò le carceri e poi l’esilio in Francia, infine il confino.

Rientrato in Italia dopo la caduta del fascismo, fondò, assieme a Pietro Nenni il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria: le Brigate Matteotti riuscirono a salvarlo dalla condanna a morte da parte delle S.S. che lo avevano catturato; fu partecipante attivo della Resistenza Italiana, contribuì enormemente a debellare il nazifascismo, presidente italiano, poi senatore a vita, fu indubbiamente un personaggio storico di grande spessore ma fu soprattutto un uomo.

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Sandro Pertini e l’incontro con Papa Woityla

pertini e il papa


Ateo dichiarato, incontrò papa Woityla, si dichiarò più volte rispettoso e ammiratore della figura di Gesù, sempre vicino ai lavoratori veri, e, come scrisse di lui Indro Montanelli, una persona che aveva il profumo della lealtà e dell’onestà.

Sandro Pertini e l’indimenticabile esultanza con Bearzot in Spagna 82

Sandro_Pertini_e_Bearzot

Di lui ci restano impresse nella mente le immagini relative alla vittoria dei mondiali a Madrid dell’82 da parte della nostra nazionale di calcio, quando esultò come un ragazzo dalla tribuna, il suo abbraccio con l’allenatore di allora, Bearzot, la sua viva partecipazione ai lavori per cercare di salvare il piccolo Alfredino Rampi, caduto accidentalmente in un pozzo a Vermicino.

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Poi l’ ultimo saluto al suo amico Enrico Berlinguer, legato alla vita soltanto da un battito cardiaco.

“Lo porto con me, lo porto con me”

berlinguer

queste le parole ripetute dal Presidente. Mancavano poco più di due ore alla fine. Alle 12,45 Berlinguer morì. Dopo 86 ore di agonia.

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Sandro Pertini, il ricordo del presidente e il ricordo dell’uomo, dell’uomo che durante la sua presidenza non volle abitare al Quirinale ma scelse di continuare a vivere nella sua mansarda con veduta sulla fontana di Trevi, l’uomo che non volle mai conseguire la patente di guida ma che si muoveva unicamente assieme alla moglie, nella loro utilitaria: insomma, Sandro Pertini, un pezzo importante della nostra storia di italiani, icona della Resistenza, ma soprattutto un uomo, un uomo comune, dotato di anima e di cuore, l’uomo che ha gioito e pianto con noi, in ogni momento.