10 anni dopo la strage di Duisburg la ‘ndrangheta fa ancora affari d’oro all’estero

Il ricordo della strage di ferragosto che nel 2007 scosse l'intera Germania

Attualmente la ‘ndrangheta, oltre ad essere una tra le criminalità organizzate più violente e sanguinarie, è anche quella che meglio si è riuscita ad infiltrarsi nel tessuto economico al di fuori della propria terra d’origine, la Calabria, a partire dall’Italia settentrionale. A questa spiccata dote imprenditoriale, si aggiunge una non secondaria capacità di avvicinare e corrompere il mondo politico istituzionale per garantirsi coperture, impunità e appalti pubblici.

La ricorrenza della strage di Duisburg, conosciuta anche come strage di Ferragosto, ci ricorda quanto possa essere tragicamente vasta l’influenza della ‘ndrangheta. La mattina del 15 agosto del 2007 tutta la Germania si svegliò frastornata e incredula: durante la notte, nella tranquilla ed industriosa città città tedesca di Duisburg, 6 ragazzi furono ritrovati morti a bordo di due auto di fronte alla pizzeria “Da Bruno”. I giovani stavano festeggiando il 18esimo compleanno di uno di loro quando, usciti dal locale, furono uccisi con 70 colpi di arma da fuoco.

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Strage di Duisburg

Un gravissimo fatto di sangue che, si scoprì, faceva parte di una delle faide di ‘ndrangheta più perduranti di sempre, la faida di San Luca, un piccolo paese sulle pendici dell’Aspromonte calabrese, che imperversa tra i clan dei Nirta-Strangio e dei Pelle-Vottari sin dal 1991.

Duisburg e la Germania non sono però gli unici luoghi dove si propagano i tentacoli della ‘ndrangheta.

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Una descrizione minuziosa ce la offre l’ultima Relazione della Direzione Investigativo Antimafia, aggiornata al secondo semestre del 2016, che dedica all’argomento un capitolo a parte:

“[Le cosche] nel riprodurre strutture criminali analoghe a quelle delle zone di origine, interpretano i territori oltre confine come aree da colonizzare innanzitutto sotto il profilo economico o come basi logistiche strumentali ai grandi traffici di stupefacenti

Con riferimento al proficuo traffico di stupefacenti, fonte primaria di introiti per la ‘ndrangheta, è la c.d “rotta atlantica” il principale canale di approvvigionamento della cocaina. Una via che parte dai Paesi sud americani, in particolare dalla Colombia, e arriva in Europa mimetizzata tra la merce stipata nei container, passando per i porti di Panama o del nord Africa. E la porta d’ingresso delle tonnellate di cocaina che inondano il vecchio continente si trova ancora in Calabria:

il porto di Gioia Tauro si conferma la principale struttura di riferimento delle cosche sul piano nazionale”.

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Ma non si parla solo di droga. Un altro grande interesse della ‘ndrangheta si chiama riciclaggio e per fare affare i mafiosi non devono arrivare sino all’altra sponda dell’atlantico:

Per quanto attiene, invece, al riciclaggio di denaro […] le indagini del semestre evidenziano un rinnovato interesse per i Paesi dell’Est Europa, segnatamente la Romania, utilizzata sia per investire capitali in progetti immobiliari, sia per drenare risorse dal territorio nazionale verso società del posto, artatamente costituite per ostacolare l’azione repressiva della Magistratura”.

Ma la Relazione va oltre e identifica alcuni Paesi dove la ‘ndrangheta si sarebbe radicata e starebbe facendo affari: Belgio, Francia, Svizzera, Spagna, Canada e, nonostante l’attività repressiva a seguito della strage di Duisburg, anche in Germania. Proprio in terra tedesca recenti operazioni di polizia hanno confermato la presenza delle cosche protagoniste della faida di San Luca sopra citate. Accompagnate da altre, come la quella dei Pesce-Bellocco originaria di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, e dei Farao-Marincola, di Cirò, in provincia di Crotone. A mantenere alti gli appetiti della mafia in Germania sarebbero stati anche i potenziali guadagni che il processo di riunificazione tedesco ha offerto in passato:

si conferma l’interesse da parte di gruppi criminali di origine calabrese verso i Land dell’ex Germania dell’Est, in particolare Turingia e Sassonia, dove, a seguito della riunificazione nazionale, avrebbero effettuato consistenti speculazioni finanziarie e immobiliari

Il quadro che ne esce è piuttosto desolante. Mentre in Italia l’influenza e la potenza militare, politica ed economia della ndrangheta a fatica sono tenute a bada dalle istituzioni italiane, all’estero riesce ad espandersi e fare profitto senza particolari problemi, riuscendo a colonizzare territori dove la mafia non era presente e mimetizzandosi con particolare facilità nel tessuto economico e sociale del Paese “ospite”.