La sparizione nel 2013 e il finto suicidio di Adamo Guerra è uno dei tanti casi seguiti da “Chi l’ha visto”. L’uomo si allontanò all’improvviso da Lugo, in Romagna, per andare a vivere a Patrasso in Grecia. Aveva lasciato diverse lettere sia ai genitori che alla consorte con scritto “voglio farla finita”. La moglie pensava davvero che fosse morto, ma non rinunciò mai alla ricerca del marito.
La Procura di Bologna archiviò il caso, ma gli inquirenti sollecitati anche dalla trasmissione “Chi l’ha visto?” continuarono le ricerche fino a ritrovarlo. Tutto ciò è stato possibile anche grazie alla denuncia penale per abbandono e violazione degli obblighi famigliari, a cui ora dovrà rispondere.
La telefonata alla famiglia
Adamo Guerra ha avuto una prima breve conversazione telefonica con le due figlie che oggi hanno 22 e 26 anni. Al momento della separazione erano minorenni. Sono rimaste scosse dalla telefonata, il padre ha ammesso di aver sbagliato e di aver fatto una cosa inimmaginabile.
Le ambiguità verso la moglie
Poca sensibilità e poche giustificazioni nei confronti della moglie. La telefonata si è concentrata soprattutto sulle due figlie, sono apparse confuse e sconvolte da questa conversazione attesa da più anni.
Adamo Guerra viene scoperto ancora vivo nel 2015, allora dichiarò alle autorità di non voler più vedere la famiglia. La procura di Bologna decise di non riaprire il caso lasciandolo come suicidio o scomparso.
Il ruolo della denuncia di violazione obblighi famigliari e abbandono
La denuncia nel 2016 per violazioni degli obblighi familiari ha avuto un ruolo importante nella ricerca del marito scomparso e finto suicida. Ha creato le condizioni per l’apertura di un procedimento penale e di nuove indagini con il coinvolgimento del Consolato e delle autorità greche. Adamo Guerra che comunque ha ammesso il suo errore dovrà rispondere dell’accusa di violazioni nei confronti della sua famiglia. La prima udienza di processo sarà a gennaio, Raffaella Borghi e le figlie si costituiranno parte civile.