Aldo nove che scrisse “tutta la luce del mondo”

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Questo libro scritto nell’arco di due annetti lui  l’ha definito il suo attuale mantra esistenziale.
Lui è un tipo di scrittore che siccome,  poi, non scordiamoci,   sarebbe prima di tutto anche poeta, non potrebbe essere catalogato né  definito  in un contesto fisso, sfugge ai regolamenti per “ossimorica”  definizione . I suoi argomenti scritturali  sono l’esistenza stessa che incontra dall’esterno  e che lo colpiscono all’interno, e viceversa,  quindi, per lui passare dal “cannibalismo letterario ” alla pulp fiction dei favolosi ( si fa per dire) anni novanta,  a San Francesco, non è un ‘impresa impossibile ( senza scordare poi il libricino su “Maria Vergine” del 2007).
Ed ecco uscire dalle sue mani, che sono la   sua mente, e dal suo cuore che è la sua guida interiore, un mirabile racconto sul santo più famoso della cattolicità e dell’ecumenismo cristiano.
Leggere “tutta la luce del mondo” significa guardare, anzi “vedere” con uno sguardo curioso e interrogativo verso / e a / un’altra figura di santo e di santità, dove i santi sono innanzitutto uomini e peccatori, peccatori più  consapevoli di esserlo, quindi bisognosi di perdono( il papa omonimo è molto ” conscio ”  di questo).
Aldo nove rimescola le carte umanamente, fa leva sulle fragilità degli uomini e con un certo armonioso vezzo di bravura- che è un piacere consentirgli-  e che “arriva” al lettore  veramente luminoso, tira fuori la stessa curiosità di un bambino.

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Nel racconto questo bambino è  il nipote del grande zio famoso  e santo, considerato ancora però un po’  pazzo dai suoi contemporanei perché  è un uomo che ha deciso per la “nudità” dell’anima.
Questo è un libro che desta  meraviglia, in ogni senso e in ogni caso, veramente.
La sua originale visione della santità, e del tempo,   di una santità  che esce fuori sempre da un umanità anomala, è profonda, di una profondità che arriva leggera e coinvolgente, dove sono come sempre ” le cose semplici” che stupiscono miracolosamente.
Un bravissimo Aldo Nove, lo stesso autore de  ” la vita oscena” ( che molto  presto uscirà come  film nelle sale italiane” ) stupisce di nuovo e  ancora, esce dal suo “essere anticlericale”,  rimanendovi fedele   ( o forse superandolo ) e mette su dei fogli bianchi “tutta la luce del mondo”, descrivendo  un’epoca medievale che confrontata alla nostra pare meno oscura  e medievale di quella  in cui viviamo dibattendoci,  dipinge  a parole il santo dalle bocche di chi lo conosce,  e forse cosi anche  tutta l’umanità moderna che ne ascolta i racconti… forse   rimasta al buio da troppo tempo.