Amicalismo: quando la lotta politica si trasforma in religione

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L’Amicalismo è un movimento politico-religioso che intendeva creare un “cristianesimo nero” in contrapposizione al “cristianesimo bianco”, quello del dominio occidentale “acculturalizzante” connesso al colonialismo. Dopo la morte del suo fondatore, André Matswa (1899-1942), quest’ultimo iniziò ad essere chiamato Jesus Matswa dando al movimento amicalista connotazioni religiose e salvifiche che finirono per soppiantare quelle politiche.

André Matswa nasce nelle vicinanze di Brazzaville, nell’ex Congo francese, nel 1899 da una famiglia cattolica. Dopo aver combattuto nella prima guerra mondiale con le truppe coloniali francesi, lavora come operaio a Parigi dove frequenta circoli politici contro il colonialismo e fonda la Société Amicale des originaires de l’Afrique Equatoriale (Società di solidarietà degli indigeni dell’Africa Equatoriale) non solo per dare assistenza ai lavoratori africani in difficoltà ma anche per creare un luogo d’incontro per intellettuali e tecnici congolesi desiderosi di migliorare le condizioni di vita dei connazionali fuori e dentro il Congo.

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Più volte arrestato e condannato dalle autorità francesi principalmente a causa del suo attivismo, André Matswa morì nel 1942 mentre si trovava al confino a Mayama, a nord di Brazzaville.

In Congo l’Amicalismo, che sosteneva in particolare la completa parificazione politica tra neri e bianchi, si trasformò in un importante movimento politico che diede un notevole contributo alla conquista dell’autonomia del Congo (1958) e alla sua successiva indipendenza (1960).

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L’Amicalismo da movimento politico si trasformò in movimento religioso anche con il beneplacito di Matswa che, dopo la sua morte, assunse caratteri sovrumani e mitologici.

In un manifesto apparso a Brazzaville alle elezioni del 1949 si affermava: «nel nome del grande Matswa André, Nostro Salvatore, nostro Mediatore, Riparatore del nostro mondo corrotto interamente decaduto…Viva la proclamazione della democrazia!…Viva gli oppressi, i prediletti da Dio! Noi siamo poveri: bene, tutte le speranze ci sono concesse».

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L’Amicalismo può essere definito quindi come un particolare caso di sincretismo politico-religioso incentrato sulla figura di un uomo venerato da fedeli che attendono speranzosi il suo ritorno, il ritorno di un messia che dica al mondo, per l’ennesima volta, che non esistono razze “inferiori” e razze “superiori”.