Asia Bibi, inizia l’ultima udienza

Un incubo che non finisce mai

L’avvocato di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia nel 2010 e poi assolta lo scorso 31 ottobre, è arrivato in Pakistan dove domani è in programma l’udienza della Corte Suprema sulla petizione per la revisione dell’assoluzione.

E’ una corsa contro il tempo per evitare la condanna a morte e lasciare la giovane Asia a godersi una vita tranquilla, libera una volta per tutte da questo incubo. Si perché Asia Bibi vive come sospesa tra l’incudine e il martello, in una situazione che sembra paradossale. I più conservatori di certo non vogliono che una donna come Asia Bibi sia libera e stanno provando in tutti i modi ad ostacolarla.

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Il caso di Asia Bibi

Asia Bibi era stata accusata di blasfemia, un’accusa falsa che mirava solo a screditarla, e da quel momento era iniziata per lei una vita di sofferenza. Costretta a rimanere per tanti anni in prigione, ridotta al silenzio, con i contatti con gli altri ridotti al lumicino, era stata dipinta come una donna cattiva e senza pietà.

Alla fine dopo una lunga battaglia era stata assolta il 31 ottobre, ma era arrivata subito la beffa: le era stato impedito di uscire dal carcere e per i più conservatori rischiava ancora la condanna a morte.

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Una storia infinita

Sembra che quella di Asia Bibi sia come una storia infinita; le sofferenze e le umiliazioni subite in questi lunghi anni sono tutte lì, a ricordare che l’incubo non è ancora finito e si continua a lottare.

Asia Bibi siamo tutte noi donne in fondo, quando ci battiamo per gli ideali in cui crediamo e cerchiamo di fare sentire la nostra voce. Quando diciamo basta alle violenze e ai soprusi, quando scegliamo di fare un mestiere considerato da maschi, allora siamo come Asia Bibi.

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Ora non resta che aspettare come finirà l’udienza.