Blinken: “Sanzioni al Battaglione Netzah Yehuda”. Netanyahu e Gantz replicano duramente

Secondo i media americani, il segretario di Stato Blinken sarebbe pronto a sanzionare il 'Battaglione Netzah Yehuda'

Gli Stati Uniti hanno intenzione di sanzionare il Battaglione Netzah Yehuda, una delle unità militari di Tel Aviv più note, inquadrate nell’esercito israeliano e operative nel teatro di guerra a medio-alta intensità della Cisgiordania, territorio illegalmente occupato da migliaia di coloni e di pertinenza dei palestinesi secondo il diritto internazionale. Entro pochi giorni il segretario Anthony Blinken dovrebbe annunciarle in via ufficiale e sarebbe la prima volta per Washington, che in passato aveva soltanto sanzionato qualche singolo colono, mai gruppi inquadrati nell’esercito. A riferirlo Axios citando tre fonti statunitensi a conoscenza della questione e che hanno specificato che le sanzioni gli saranno tolte se muteranno il loro comportamento ritenuto illegale. Axios non parla di tempistiche precise e da Israele replicano che non hanno avuto informazioni circa la volontà del Dipartimento di Stato di sanzionare una loro unità.

Netanyahu e Gantz contro la decisione

La decisione, come è scontato che sia, ha avuto grande eco in Israele, dove sia il premier Benjamin Netanyahu che l’ex capo di stato maggiore Benny Gantz, due avversari politici sebbene facciano parte del medesimo Gabinetto di guerra, hanno subito commentato le voci dagli Usa. Per entrambi le sanzioni non hanno motivo di esistere. “Le sanzioni non devono essere imposte alle forze di difesa israeliane!”, ha detto Netanyahu sui social, giudicando la decisione come di “basso livello morale”; mentre Gantz ha telefonato a Blinken dicendogli di “ripensarci”. Poco prima aveva scritto che “lo Stato di Israele ha un sistema giudiziario forte e indipendente che valuta meticolosamente qualsiasi denuncia di violazione o deviazione dagli ordini dell’Idf e dal codice di condotta, e continuerà a farlo“.

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Il Battaglione Netzah Yehuda

Oltre a essere una unità già nota per le sue violazioni per diritti umani in Cisgiordania, Netzah Yehuda, nato alla fine degli anni 90′, fa parte delle forze armate israeliane e comprende in larga parte giovani ultraortodossi che decidono di non entrare nell’esercito regolare israeliano a causa delle loro usanze: proprio per via della loro visione del mondo e di un messianismo di cui si sentono i portavoce, si sono macchiati di una serie di crimini contro la popolazione residente in Cisgiordania, in quanto a loro dire quei territori non dovrebbero essere in alcun modo abitati dai palestinesi. Numerosi sono i casi di violenza documentati, e note sono le loro attività anche al di fuori del contesto della Cisgiordania: dal gennaio 2023, riferisce Haaretz, tale unità si è spostata in via ‘ufficiosa’ nelle Alture del Golan, altro territorio occupato dai coloni a pochi km dalla Siria.

Gli Stati Uniti hanno deciso di intervenire dopo aver osservato il loro comportamento sulla base dei rapporti del Dipartimento di Stato che ha segnalato numerosi casi di violenza portati avanti da Netzah Yehuda. In particolare, il Dipartimento di Stato ha iniziato le sue indagini sul battaglione dal gennaio 2022, quando i soldati si macchiarono del delitto di un 80enne palestinese di nome Omar Assad. Secondo quanto riferito sempre da Axios, i soldati dopo aver fermato l’anziano in un posto di blocco e dopo che questo si era rifiutato di essere controllato, decisero di imbavagliarlo, ammanettarlo e lasciarlo al freddo per strada. Assad morì poche ore dopo.