La notizia ha creato scalpore, poiché la perizia psichiatrica disposta dal Gip aveva evidenziato come il giovane fosse stato capace di intendere e di volere quando aveva ucciso la madre, ma non quando aveva ammazzato il padre, con cui aveva litigato prima del tragico evento.
Quanto all’uccisione della madre, è stata riconosciuta la premeditazione. Secondo i giudici della corte d’assise di Bolzano, il 31enne aveva deciso di sopprimere la genitrice perché era diventata un testimone scomodo.
Benno Neumair soffriva di disturbi di tipo narcisistico e antisociale. La lite con il padre sembrava avere agito come detonatore, ma in realtà non ha trovato un riscontro oggettivo nel fascicolo dell’indagine. Inoltre, le testimonianze della sorella Madè hanno descritto un padre equilibrato, portato ad evitare i conflitti.
I giudici si sono convinti durante il processo che la personalità del 31enne fosse caratterizzata da una grande aggressività. Accusava i genitori di averlo spinto solo ad apparire e dimostrava di covare della rabbia anche nei confronti dei suoi avvocati e di altre persone a lui vicino.
Non ha aiutato di certo Benno il fatto che nel periodo delle indagini, l’imputato abbia cercato in tutti i modi di inscenare la scomparsa dei genitori, depistando gli inquirenti.
Alla fine, il ragazzo è stato condannato all’ergastolo per il reato di parricidio. Ulteriori 3 anni gli sono stati comminati per occultamento di cadavere ed è stato bandito dai pubblici uffici a vita. In più sarà costretto all’isolamento diurno per un anno. In assenza di un colpo di scena, il ragazzo dovrà passare il resto dei suoi giorni in carcere.
Sua sorella, Madè, in aula al momento della lettura della sentenza, deve ancora capire se perdonerà il fratello. Per ora pensa solo ai genitori scomparsi.
Le motivazioni della sentenza saranno rese pubbliche entro 90 giorni.