E’ morto assiderato nel sonno, con gli abiti inzuppati dalla neve, vicino alla stazione ferroviaria che collega Merano a Bolzano, la città che, da sempre, occupa le prime posizioni della classifica per la qualità della vita.
Niente nome: di lui si sa che era un immigrato, quasi certamente egiziano e che era entrato in Italia dal Brennero, attraverso la cosiddetta ‘rotta balcanica’, solo un paio di giorni prima. E poi, l’età: neanche 20 anni.
Sullo sfondo, le luci dei mercatini, il profumo dei biscotti di pan pepato, i turisti che arrivano da ogni dove, per lo spettacolo che rievoca un Natale da cartolina, che più non si può.
“Omissione di accoglienza”. Così i volontari di ‘Bolzano solidale’ hanno commentato la morte del ragazzo, annunciando sui social un flashmob di solidarietà: “Una morte annunciata, perché le liste d’attesa per l’emergenza freddo sono piene da mesi”.
Il cordoglio e la costernazione per l’accaduto è unanime. Ma il problema è di difficile soluzione: “Esprimo profondo dolore per il ragazzo di 20 anni morto di freddo vicino alla Fiera – ha commentato l’assessore municipale alle Politiche Sociali, Juri Andriollo, assicurando “il massimo impegno di Bolzano per l’accoglienza. Ma – ha aggiunto – i numeri di immigrati in questi mesi sono eccezionali. Per questo auspichiamo che possa arrivare l’aiuto della Provincia e anche degli altri Comuni”.
Un fenomeno in aumento, quello delle morti tra i senzatetto. Secondo la Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora, nel 2022, se ne contano 362. L’anno prima, 251.
Sono ‘tragedie annunciate’ per ‘Anpi Alto Adige’, “le periferie urbane, sociali e umane, sono lo specchio della nostra terra e la misura della sua civiltà, del suo stato di salute, dei suoi fallimenti, dei suoi egoismi. Questa morte non può e non deve lasciare indifferenti”.
Potrebbe rivelarsi d’aiuto rivedere la circolare emanata dalla Provincia Autonoma nel 2016, la cosiddetta circolare Critelli, secondo la quale l’accoglienza è garantita soltanto per gli immigrati destinati dal ministero dell’Interno. Gli altri, quelli come il giovane egiziano che non ha resistito al freddo della notte bolzanina, possono solo sperare nei due centri gestiti dal comune di via Comini ed ex-Alimarket. Ma non c’è più posto da troppo tempo. E allora si arrangiano per strada, con una coperta distribuita dai volontari, come i ragazzi di Bolzano Solidale. “Attualmente – ha dichiarato Federica Franchi, la presidente dell’associazione di volontariato – in città vivono per strada almeno trecento persone, tutti uomini. Le donne e i bambini, che non trovano posto nei due centri comunali, sono ospitati in alcuni alberghi, ma per gli uomini ci sono soltanto soluzioni di fortuna”.
E non bastano neanche le coperte e qualche bicchiere di thè caldo, nelle notti in cui il termometro scende sotto zero.
Servono alloggi, secondo Bolzano Solidale. Per i lavoratori stagionali che non possono pagare gli affitti di Bolzano e si rifugiano nei centri di ospitalità per i senzatetto, sottraendo preziosi posti letto a coloro che, disperati, si ritrovano a dormire per la strada. Un posto letto a Bolzano, infatti, costa 650 euro al mese e, spesso, non basta neppure avere un lavoro, magari a tempo indeterminato. “I proprietari di case preferiscono tenere gli alloggi vuoti che affittarli ai migranti”, conclude Franchi. E annuncia un pubblico presidio per sabato 17 dicembre, alle 10.30, davanti all’università: precedentemente, lo scorso 24 novembre, Bolzano Solidale aveva già organizzato una manifestazione al grido di “Casa, diritti e dignità”.
Nel frattempo, le forze di Sinistra die Linke, hanno annunciato un’interrogazione parlamentare sulla tragedia che si è appena consumata.