Calo delle nascite: tra disoccupazione e aumento dell’età femminile

nascite

In questo periodo è proprio il caso di canticchiare una celebre frase di una famosissima canzone: “Chi non lavora, non fa l’amore”. A quanto pare le cose stanno andando proprio così, infatti in contemporanea ad una crisi economica tale che ha portato la disoccupazione a toccare dei picchi storici, si sta registrando il calo delle nascite più alto degli ultimi cinque anni.

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E’ questo infatti quanto si apprende da una ricerca Istat, che rivela che il numero medio di figli per una donna cala nel 2013 all’1.39, rispetto all’1,42 del 2012. Ad un calo delle nascite corrisponde l‘aumento dell’età media di una donna che concepisce il primogenito, che secondo il centro statistico si aggira intorno ai 31,5 anni.

Ma al dato significativo del calo delle nascite ecco che parallelamente sono altre le riflessioni che vengono in mente di fare:

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Per prima cosa non si può nascondere il fatto che in un contesto storico-economico particolare come questo, la prima cosa a cui pensano giovano e meno giovani è di cercare almeno in parte una stabilità lavorativa che gli possa consentire in un secondo momento di formare una famiglia, Ecco dunque che sempre più italiani emigrano all’estero in cerca della loro fortuna, che purtroppo molto spesso tarda ad arrivare. Ed ecco che gli anni passi e che l’orologio biologico delle donne corre scoccando molto spesso gli ultimi tocchi utili per poter concepire un figlio e quindi l’età media per avere un figlio aumenta.

Il calo delle nascite e l’aumento dell’età media di una donna di concepire un figlio, dunque, non va letta come una mancanza di volontà, ma molto spesso come una questione circostanziale che si viene a creare da un intreccio di motivi di carattere economico e lavorativo.

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Con il calo delle nascite ecco che diminuiscono anche i matrimoni, soprattutto quelli religiosi, infatti dal 63% del 2012, si passa al 57%  nel 2013, preferendo invece il matrimonio civile