L’esotica Cappella di Santa Crescenzia in Sicilia

un gioiello della costa trapanese

San Vito Lo Capo custodisce memorie storiche e artistiche uniche. Tra queste spicca quest’edificio religioso singolare nella sua bellezza.

Se la costa settentrionale della Sicilia offre paesaggi e scenari mozzafiato, il versante occidentale dell’isola non è da meno. Una delle località marittime apprezzate a livello internazionali è sicuramente San Vito Lo Capo.

Le origini della Cappella di Santa Crescenzia

Le sue origini sono legate a una leggenda affascinante che narra le vicissitudini di un giovane patrizio romano figlio di un alto funzionario della Roma antica. Un giorno il ragazzo, per sfuggire alle folli persecuzioni di Diocleziano, decise di fuggire da Mazara (sua città natale) assieme alla nutrice Crescenzia e all’Istitutore Modesto che lo avevano fatto convertire al cristianesimo.

Dopo alcune giornate trascorse a navigare verso nord, una forte tempesta li costrinse ad approdare in un golfo protetto dal vento e da un capo roccioso ben conosciuto dai naviganti del tempo. Qui i tre cercarono di convertire gli abitanti del villaggio Conturrana che sorgeva a tre chilometri dal mare sotto una rocca.

Vito, Modesto e Crescenzia non ce la fecero a far cambiare le fedi degli abitanti del villaggio sicché furono minacciati e scacciati. Per punizione divina, giunse una frana e seppellì il villaggio e coloro che ivi abitavano.

Se oggi si decide di fare una passeggiata a San Vito Lo Capo è facile accorgersi del disastro naturale successo ormai secoli fa. Questa zona si chiama Contrada Valanga e a pochissime centinaia di metri sorge un’esotica Cappella dedicata a Santa Crescenzia costruita nel XVI secolo.

Il passaggio di Vito e Crescenzia provocò una forte emozione tra la popolazione della zona e nel 300, l’anno successivo alla prematura morte di Vito, fu costruita la prima cappella a lui dedicata.

Le trasformazioni nel corso dei secoli

Nel corso dei vari secoli la cappella subì molte trasformazioni: fu ingrandita e abbellita perché aumentavano sempre più i pellegrini che andavano a venerare il Martire. La fabbrica primitiva, che avrebbe lasciato poi lo spazio per il santuario, nacque intorno alla chiesa come qayrwan (alloggio per dare ospitalità ai pellegrini difendendoli da corsari e banditi).

La sua costruzione si fa risalire alla fine del XV secolo grazie ai fondi ericini. La torre quadrata della chiesa, il santuario fortezza, fu realizzata 150 anni dopo intorno al XVI secolo.

La fortezza possedeva eleganti e raffinati alloggi per i nobili e modeste stanze per le persone meno facoltose, vi erano stalle e un pozzo il ‘’Di Santo Vito’’.

La fama della Chiesa e dei miracoli accreditati al Martire San Vito e alla Santa Crescenzia e le punizioni divine che colpirono i corsari che avevano avuto l’ardine di saccheggiare la chiesa e rapinare i fedeli. Pertanto all’inizio del 1700 furono costruite delle dimore nei pressi dell’edificio. Probabilmente i primi esempi furono delle semplici capanne per poi passare alla vera costruzione di edifici veri e propri. Alcune famiglie magari, dietro un compenso, offrivano vitto e alloggio ai pellegrini.

Nel giro di poco tempo nacque la cittadina di San Vito Lo Capo anche se dovevano passare alcuni decenni prima che le contrade si trasformassero in centro abitato. Oggigiorno fanno parte dello stesso comune le frazioni di Macari e Castelluzzo immerse nella verde campagna siciliana e vicinissime ad uno dei tratti più belli della costa trapanese.

Maria Carola Leone
Maria Carola Leone
Maria Carola Leone, classe 1990. Laureata in Lingue e Letterature Moderne dell’Occidente e dell’Oriente – Curriculum orientale (Arabo, Ebraico e Francese) con votazione 110/110 e lode. Parla correttamente 5 lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico. Da sempre sostenitrice dell’arte e della cultura intraprende il suo percorso da culture-teller a 11 anni quando pubblica il suo primo articolo giornalistico sul quotidiano ‘La Sicilia’. Continua a scrivere fino a quando nel 2012 entra a far parte della condotta Slow Food 570 diventando Responsabile dei Progetti educativi, editoriali e culturali collaborando attivamente e con serietà al progetto. Attualmente è Docente di Lingue Straniere presso una scuola superiore di Palermo, si occupa di Digital Marketing, Traduzioni e sottotitolaggio e collabora per la Condotta Slow Food di Palermo.