Nel Rapporto Povertà 2020, l’organizzazione fa sapere di aver registrato le richieste di oltre 450mila persone nel periodo tra aprile e giugno, portando a ulteriori preoccupazioni riguardanti la possibilità di un nuovo lockdown nei prossimi mesi.
Le conseguenze del virus
Leggendo il documento rilasciato dalla Caritas, pare evidente il rapporto esistente tra la pandemia e l’aumento di richieste d’aiuto che l’organizzazione ha ricevuto negli ultimi mesi.
I numeri recentemente registrati mostrano infatti come quasi una persona su due che si è rivolta alla Caritas lo abbia fatto per la prima volta.
Seguendo inoltre le dichiarazioni di varie diocesi una buona parte dei bisognosi che si presentano alle loro porte lo farebbero a causa della crisi dovuta al Covid e all’isolamento forzato.
Le fasce di popolazione più colpite sembrerebbero essere quelle delle famiglie con minori a carico e dei giovani in età lavorativa.
Questi ultimi, con un età che varia dai 18 ai 35 anni, sarebbero per lo più disoccupati o impegnati in lavori irregolari, bloccati per le restrizioni del Covid.
La crisi sanitaria
Elemento importante all’interno del Rapporto Povertà è quello relativo al “rinvio delle cure“. Decisione, dovuta a un blocco delle strutture d’assistenza, che è stata presa molte volte negli ultimi mesi.
Seguendo le dichiarazioni della Caritas il ricorso al blocco/rinvio delle cure avrebbe ricevuto un aumento del 74% costringendo l’organizzazione a muoversi indipendentemente a livello sanitario.
Oltre 400 mila persone hanno infatti beneficiato dei mezzi di protezione individuale forniti dalla Caritas, la quale ha fornito assistenza anche per i periodi di isolamento e quarantena obbligatori ai positivi.
In tal senso sono invece 21mila le persone a cui è stato fornito un alloggio temporaneo e aiuto da parte di medici e infermieri volontari, accolti a braccia aperte dalla Caritas.
Conte: “No a lockdown, ma nuova strategia”
Il virus ha dunque avuto un enorme impatto a livello sociale, cosa risaputa ma confermata dal Rapporto Povertà, il quale riporta il preoccupante incremento del 105% di nuove persone assistite; e questo solo nel periodo di Aprile, a poco dall’inizio della prima quarantena nazionale che nel lungo periodo ha avuto effetti ancor maggiori.
Anche da questi dati nascono le parole di Giuseppe Conte, il quale ha risposto negativamente rispetto alla possibilità di una nuova quarantena: “I nostri cittadini sono stanchi” ha detto il premier “vengono già da una prova durissima; dobbiamo affrontare questa ondata con strategia diversa e nuova, che non preveda più il lockdown“.