Dall’Iran alla Russia i contrasti alla lotta per i diritti civili ed umani. Arrestata la nipote di Ali Khamenei

Dall’Iran alla Russia i contrasti alla lotta per i diritti civili ed umani. Per l’Onu sono 14 mila le persone arrestate dall’inizio delle proteste

Si chiama Farideh Moradkhani, ha 36 anni, è una attivista per i diritti umani. Essere la nipote della Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei, non è servito a  risparmiarle il carcere. Le porte della prigione si sono chiuse anche alle sue spalle. La donna è stata arrestata a Teheran per aver sostenuto i manifestanti che continuano, ad oltranza, la loro protesta contro il regime.

Dalla Francia, dove attualmente vive, Mahmoud Moradkhani – fratello della donna arrestata ed anche lui oppositore del regime –  fa sapere che la sorella sarebbe stata “portata in carcere oggi, quando si è recata presso l’ufficio del procuratore per scontare un ordine del tribunale“.

Arrestato anche cittadino iraniano-britannico. A Londra, protezione per le redazioni Bbc e Iran International

Da fonti governative iraniane, si apprende anche che è stato catturato un cittadino iraniano-britannico accusato di essere “uno dei principali collegamenti tra le reti terroristiche e dissidenti Bbc e Iran International”. Per l’intelligence iraniana, infatti, i disordini, che vanno avanti da mesi, sarebbero coordinati dall’estero al fine di destabilizzare il paese.  

Il regime, da tempo, accusa apertamente la tv di lingua persiana – con sede a Londra – di essere finanziata dall’Arabia Saudita e le minacce hanno indotto il governo britannico di Rishi Sunak a convocare l’ambasciatore di Teheran e a disporre un cordone di sicurezza intorno alle redazioni televisive di Londra.

L’Onu invoca la fine della repressione in Iran

Intanto, l’Onu, in base ad un rapporto che fissa in 14.000 il numero di persone fin qui arrestate durante le proteste, chiede che l’uso “non necessario e sproporzionato” della forza in Iran cessi quanto prima.

La Duma approva la legge anti-Lgbt in Russia

Se Atene piange, Sparta non ride. È l’agenzia di stampa Tass a riferire che la camera bassa del Parlamento russo ha approvato una legge che vieta la “propaganda in favore delle relazioni sessuali non tradizionali”, la pedofilia ed informazioni che incoraggino il cambio di sesso. La multa per i trasgressori sarà pari a 5 milioni di rubli (80 mila euro circa) per la propaganda sul web e del doppio in tutti gli altri casi.