Fact checking, l’estensione anche a Google Immagini

Il fact checking per la lotta alla disinformazione

fact checking
Photo Credits: Pixabay

Anche Google, come WhatsApp è impegnato costantemente nella lotta alla disinformazione. L’azienda ha deciso di estendere il fact checking anche alle immagini.

Cosa significa? Il fact checking è fondamentale per evitare di incappare in una bufala e prendere in considerazione solamente informazioni corrette e provenienti da fonti attendibili e siti autorevoli. In un post sul suo blog ufficiale, Google ha annunciato il cambiamento sui video e le foto che verranno mostrati nei risultati di ricerca. Su quest’ultimi apparirà un’etichetta informativa, come già accade con le ricerche “normali” e su Google News.

Cos’è il fact checking

Prima di proseguire, è importante capire in cosa consiste il fact checking. Si tratta di un termine utilizzato nel giornalismo, utilizzato per definire il lavoro di accertamento degli avvenimenti citati e dei dati usati in un testo o in un discorso. Questa ricerca si applica solitamente alle informazioni date dai politici, e per l’autoverifica delle fonti, soprattutto per le notizie diffuse online.

Il product manager Harris Cohen ha spiegato nel post Google che “Foto e video sono un modo incredibile per aiutare le persone a capire cosa sta succedendo nel mondo. Ma il potere dei media visivi ha le sue insidie, specialmente quando ci sono interrogativi sull’origine, sull’autenticità o sul contesto di un’immagine”.

Spesso le immagini possono sembrare di star mostrando un fatto oggettivamente, ma in realtà, è tutta questione di interpretazione, che spesso porta ad una valutazione scorretta, basata su un pregiudizio visivo, psicologico, culturale. Per questo Google ha deciso di risolvere il problema con il fact checking per le immagini.

L’estensione a Google Immagini

Spesso utilizziamo le immagini per spiegare meglio un concetto, per provare una notizia o una teoria, per abbinare un testo o per, come nel caso di inserzioni pubblicitarie, di attrarre un potenziale cliente con “promesse di acquisto” non sempre veritiere.

Può capitare, di conseguenza, che ci condizionino più della notizia stessa e che gli utenti tendano a concentrarsi sul motto “è il concetto che conta”, piuttosto che sulla contestualizzazione delle immagini (e nel tempo abbiamo visto tantissimi esempi del genere, in particolare su Facebook). Per questo motivo Google, ha inserito le etichette di verifica dei fatti, con l’obiettivo di contrastare “bufale” e notizie “acchiappaclick”.

Quando un utente svolgerà una ricerca su Google Immagini, apparirà l’etichetta “Verifica dei fatti” sotto i risultati delle immagini in miniatura. Visualizzando la foto, apparirà un sunto della storia dell’immagine stessa. Google spiega che “a partire da oggi, stiamo diffondendo informazioni di verifica dei fatti in Google Immagini a livello globale per aiutare le persone a districarsi in questi problemi e dare giudizi più informati su ciò che vedono sul Web”.

Queste etichette non sono una novità, ma anzi, vengono già mostrate su YouTube e provengono da fonti indipendenti e autorevoli sul Web, spiega ancora Google. Le fonti utilizzate si basano su ClaimReview, un protocollo aperto usato dagli editor per indicare i contenuti di fact checking ai motori di ricerca. Questa novità non influirà sul posizionamento di una pagina Web.