Festa di Sant’Agata: “tutti devoti tutti” e Catania si veste di bianco

Storie, leggende, fede e folklore della festa di Sant'Agata

Catania è in festa per accogliere Sant’Agata tra le vie cittadine vi raccontiamo la terza festa religiosa più importante al mondo per numero di persone coinvolte. Dopo la Settimana Santa di Sivigliala Festa del Corpus Domini di Guzco in Perù, la festa più importante si trova proprio in Sicilia.

Sant’Agata: la “Santuzza” chi era?

Prima di parlare dell’incredibile festa che ci sarà nei prossimi giorni dal 4 al 6 febbraio, scopriamo insieme Sant’Agata. Viene chiamata dai suoi fedeli “A Santuzza” o anche “A Picciridda” (la bambina), perchè fu una giovanissima Martire, gli Atti del Martirio ci raccontano la storia di Agata, giovane catanese che subì il martirio al tempo dell’Imperatore Decio (249-251). Agata era una ragazzina appartenente alla Catania bene, fatta arrestare dal proconsole Quinziano La giovane Agata amava il suo Dio, ma Quinziano non era d’accordo, pare appunto che si invaghì della giovane, lusingandola e volendola il sposa. Ma Agata non era dello stesso avviso, lei voleva per sè una vita religiosa profonda, lontana dai piacere della carne e della vita. Il suo martirio fu terribile.

- Advertisement -

Sant’Agata ed il suo Martirio

Fu arrestata e martorizzata ed infine uccisa, in maniera molto brutale. La Reliquia principale è la sua Mammella, che le fu strappata con delle tenaglie. Dopo aver subito questo tremendo martirio Agata fu riportata in carcere, e lì ricevette l’apparizione di San Pietro, che la guarì da tutte le sue ferite. Riportata davanti a Quinziano, incredulo di quanto accaduto ordinò che la ragazza fosse condannata a morte ardendo su una brace. Ma mentre la condanna veniva eseguita un forte terremoto scosse la città, Quinziano scappò quindi, insieme al suo esercito. Secondo la tradizione morì annegato nelle acque del fiume Simeto. Agata invece, tolta dalla fornace per la pietà dei catanesi, fu riportata in carcere dove morì nella notte fra il 4 ed il 5 Febbraio del 251.

Quinziano ed il suo cavallo: tra storia e leggenda

Una breve leggenda si nasconde attorno a questo evento. Secondo la tradizione, a seguito del forte terremoto Quinziano scappò, probabilmente si rese conto della grande potenza della Santuzza. Della presenza di Quinziano a Catania, esistono vari documenti, molti legati al suo comando dispodico, tanto da essere costretto a scappare per quello che aveva fatto. Ma la sua fuga finì tra le acque del fiume Simeto, che si ingrossò al suo passaggio uccidendolo insieme a gran parte del suo esercito ed il suo cavallo. Secondo la leggenda, tutte le notti tra il 4 ed il 5 febbraio, è possibile ascoltare il nitrire lontano di un cavallo. Ma sarà vero o solo suggestione?

- Advertisement -

La festa di Sant’Agata

Durante la festa Agatina ciò che si sente urlare dai dei voti recita così: “Cittadini, semu tutti devoti tutti?” e tutti rispondono “Cittadini, cittadini e W Sant’Agata“. I festeggiamenti veri e propri cominciano il 3 febbraio con la tradizionale offerta della cera, intorno alla mezza mattinata parte dai locali comunali la carrozza del senato. Al suo interno il Sindaco della città sale verso la Piazza Stesicoro e al suo arrivo in piazza parte la processione. Uomini e donne indossano gli abiti del clero e camminano offrendo la cera, fino alla Piazza Duomo, poi la sera dello stesso giorno detta a sira o tri (la sera del tre), si sveglia la Santa accompagnata prima dai canti e poi da uno spettacolo pirotecnico. Ma i festeggiamenti cominciano giorni prima con le “annacate” (i balli) delle candelore, ceri votivi che rappresentano le arti e gli antichi mestieri.

4 febbraio: la messa dell’Aurora

Il giorno 4 febbraio è consacrato alla processione delle reliquie della Santa sul fercolo, attorno alle mura esterne della città. Già con la messa dell’aurora, delle 6 del mattino, Sant’Agata viene fatta uscire dalla Sua celletta e portata sull’altare. Ultimata la celebrazione cristiana, la Padrona di Catania, viene collocata sul suo fercolo e comincia il giro esterno. Il fercolo viene adornato con garofani rosa, che rappresentano il martirio, e via prima per la stazione della cittadina e la famosa “acchianata dei Cappuccini”. La camminata, una volta era una corsa, con cui i fedeli tiravano le funi e salivano lungo la salita dei cappuccini. Siamo già nelle ore pomeridiane, e a questo punto viene celebrata un’altra messa dentro la Chiesa di Sant’Agata la Vetere, dove il fercolo arriva direttamente vicino all’altare. Subito dopo la Santa riprende il suo abbraccio con i fedeli, fino al suo rientro, in Cattedrale, la mattina successiva.

- Advertisement -

5 febbraio: il giorno della Festa

Il 5 febbraio è il giorno della Festa Grande! La mattina viene celebrato il solenne pontificale, dove sono presenti il sindaco, le maggiori autorità del mondo civile ed ecclesiastico. Nel pomeriggio intorno alle 17, la Santa viene riportata sul Fercolo per riprende il giro interno della città. Il giro comprende la Via Etnea, la principale strada di Catania, i fuochi del Borgo, la salita di San Giuliano, il Canto delle suore e la corsa di rientro della Santa. Di solito la Santuzza varca la porta della Cattedrale il 6 febbraio in tarda mattinata. Entrambi i giri della Santa, sono fatti sul Fercolo, tirato da funi dei suoi fedeli, questi indossano “u saccu“. Un vestito bianco, un cappellino nero, cintura penitenziale e guanti bianchi che vengono fatti sventolare per salutare la Padrona. Un vero fiume di devoti che tingono di bianco le strade.

Il reliquiario e il fercolo di Sant’Agata e una curiosità

Le reliquie della Santa sono contenute in alturi reliquiari di diversa origine e forma, quello di maggior rilevanza è il busto. Ma sono presenti anche le braccia, le gambe, la mammella ed il velo conservate in un scrigno d’argento. Lo scrigno durante la processione, viene posto dietro il busto. Il reliquiario è stato costruito a Limoges nel 1376 da Giovanni di Bartolo. Il fercolo con il quale oggi S.Agata è trasportata per le strade rimonta agli anni 1947-1958 ed è opera di Giovanni Freni, Antonio Costa e Aurelio Mistruzzi. E’ ornato di argento e alla base un sistema di ingranaggi permette al fercoloco di camminare, girare e fermarsi, grazie ad un sistema frenante, azionato da un tecnico seduto sotto il fercolo. Una piccola curiosità… dentro il cranio della testa della statua è collocato il vero teschio della Santa.

I luoghi del martirio di Sant’Agata

Nei luoghi del martirio della Santa adesso ci sono delle chiese. La Chiesa di Sant’Agata al carcere sorge su un luogo un tempo un tempio e si trova sulla Piazza Stesicoro. Sopra la finestra del carcere della giovane Agata vi è un bassorilievo che raffigura l’apostolo Pietro apparso alla fanciulla che la risanò. Al di là di una grata, al suo interno, è custodita una lastra di pietra, in cui sono impresse le orme dei piedi della Santa. La chiesa di Sant’Agata alla fornace, eretta nel 1589, contiene dietro l’altare il luogo in cui furono posti i carboni ardenti. La chiesa di Sant’Agata la Vetere è la prima chiesa ad essere eretta sul luogo dove la Santa subì il martirio fu anche la cattedrale di Catania. Al suo interno c’è l’arca di legno che custodisce le reliquie della Santa da oltre cinque secoli. Tutti questi luoghi sono visitabili durante la festa.

I dolci della festa

Per un catanese i giorni della Festa di Sant’Agata sono momenti di preghiera in cui la città viene letteralmente bloccata. E come tutte le feste non possono mancare i dolci. Le minne di Sant’Agata sono le più famose, si tratta di piccole cassate, coperte di glassa bianca e la ciliegina candita al centro, rappresentano appunto, il seno della Santa. Un altro dolce che non può mancare sono le olivette, dei dolcetti verdi come olive fatti di pasta di mandorla e ricoperti di zucchero. Ma secondo la tradizione, non può mancare il torrone di mandorle, di pistacchi o di arachidi sono sfornati in grandissime quantità. Durante le feste i dolci vengono anche spediti in molte parti del mondo. Una piccola curiosità… Sant’Agata è compatrona anche di Malta.

Minne Sant’Agata photocredit https://en.m.wikipedia.org/wiki/Agatha_of_Sicily

Le celebrazioni del 12 febbraio e del 17 agosto

In realtà la Santuzza viene riportata in processione, a spalla però, altre due volte durante l’anno. La prima è il 12 febbraio, la cosidetta Ottava. In questa occasione la statua della Santuzza fa semplicemente il giro della Piazza Duomo. ll 17 agosto si celebra il ritorno delle reliquie di Sant’Agata da Costantinopoli. Qui il giro è leggermente più grande. In entrambi i casi i devoti indossano il sacco votivo. E non importa se a Catania in agosto il caldo è davvero forte. Anche questo è un atto di penitenza. Manca davvero poco all’inizio dei festeggiamenti Agatini. Una festa da vedere, in cui la bellissima città è pronta ad accogliere gli innumerevoli turisti che vengono a visitarla ed a portare il proprio omaggio alla Picciridda Padrona.

Preghiera a Sant’Agata

0 gloriosa Vergine e Martire s. Agata,
tu che sin dalla prima età col voto della verginità consacrasti a Dio la mente ed il cuore;
tu che imitasti l’Agnello immacolato nella esimia purezza della vita, nell’esercizio delle più eroiche virtù della preghiera, della mortificazione e della carìtà e nella lotta gloriosa del martirio;
deh! prega per noi! Ottienici di rassomigliarti.
Che la fede divina illumini la nostra mente e muova le nostre azioni!
Che siamo e ci mostriamo da per tutto cristiani, come facestì tu, senza rispetto umano!
Che otteniamo per i tuoi meriti la vittoria sulle nostre malnate passioni e sugli assalti di Satana. Che possiamo concorrere al trionfo della Santa Madre Chiesa.
Che raggiungiamo il fine per cui Dio Padre ci creò, Dio Figlio ci redense e Dio Spirito Santo ci chiamò nel ministero, affidatoci dalla Chiesa, allo scopo di poter raggiungere la beata corona del Paradiso e di potere così adorare in eterno la ss. Trinità come La adorano la Madonna, s. Giuseppe, gli angeli e tutti i santi.
Così sia.