Francois-Henri Pinault dona 100 milioni per ricostruire Notre Dame

Notre Dame rinascerà

«La ricostruiremo» ha annunciato il presidente francese Emmanuel Macron, e subito è scattata una raccolta fondi senza precedenti che ha coinvolto tutto il mondo, tra capi di Stato e di governo, artisti, intellettuali tutti vogliono lasciare il loro contributo per la rinascita di Notre Dame.

Il miliardario Francois-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato di Kering, gruppo che possiede marchi di lusso tra cui spiccano Gucci, Pomellato, Saint Laurent, e presidente di Groupe Artémis nonché marito dal 2009 dell’attrice Salma Hayek, ha annunciato che donerà oltre 100 milioni di euro per la ricostruzione della cattedrale simbolo di Parigi. Pinault si dice toccato nel profondo e molto dispiaciuto per quello che è successo.

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La solidarietà globale

«Mio padre ed io, ha fatto sapere Francois-Henri Pinault, abbiamo deciso di donare 100 milioni di euro per contribuire agli sforzi necessari per la completa ricostruzione di Notre Dame» si legge in una nota ufficiale. E a ruota è arrivato anche l’annuncio della famiglia Arnault, proprietaria del gruppo del lusso LVMH (che include oltre 70 marchi tra cui spiccano Christian Dior, Bulgari, Guerlain e Louis Vuitton) che donerà 200 milioni di euro.

Tutti vogliono aiutare a salvare quell’enorme scrigno di tesori, patrimonio dell’umanità Unesco, che era Notre Dame e che secondo Macron ” deve tornare ad essere un faro per i cristiani d’Europa”.

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Ancora ignote le cause del rogo

Intanto si cerca di capire cosa abbia scatenato quel rogo maledetto che in pochi minuti è riuscito a cancellare secoli di storia, basta pensare che Napoleone scelse questa chiesa per la sua ascesa al trono di Francia. Tutti i Presidenti francesi hanno scelto Notre Dame per inaugurare il loro mandato, come un rito sacro che si intreccia con la politica e la consacra.

La pista che seguono gli inquirenti è quella dell’incendio accidentale nato dal progetto di ristrutturazione sul tetto della cattedrale: nella notte i magistrati dell’ufficio della procura di Parigi hanno già sentito gli operai che lavoravano all’appalto. Forse qualcosa nel lavori è andato storto e da lì si è scatenato il rogo. Bisogna capire quale era il progetto che gli operai stavano seguendo e quali erano le apparecchiature utilizzate; forse una apparecchiatura troppo potente ha fatto corto circuito non lasciando scampo all’edificio sacro.

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Passerà molto tempo prima che la verità venga a galla, il lavoro dei magistrati non è affatto facile e continuerà finchè tutte le responsabilità non verranno accertate. Notre Dame merita giustizia e non si può lasciare così, abbandonata a sé stessa.