Gli Stati Uniti vogliono imporre dazi sui prodotti europei, e in questo caso l’Italia sarebbe tra i Paesi maggiormente a rischio perché il nostro export verso l’America vale moltissimo e sono davvero tanti i prodotti che noi esportiamo giornalmente.
Da tempo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump vuole imporre dazi nei confronti dei Paesi europei e li accusa di danneggiare il commercio statunitense, adesso potrebbe essere arrivato il momento della verità e si profila una vera e propria stangata per i prodotti italiani. Se i dazi entrassero in vigore sarebbero tantissime le imprese italiane coinvolte che potrebbero riportare un drastico calo del fatturato.
Ecco la lista dei prodotti italiani
Qui potrete trovare una piccola lista dei prodotti italiani coinvolti.
Si comincia dal parmigiano reggiano; gli Stati Uniti sono il secondo mercato estero, dopo la Francia, per l’export di Parmigiano Reggiano. Attualmente sono esportati 10 milioni di kg l’anno. e la perdita di fatturato del prodotto esportato negli Stati Uniti è di 360 milioni di euro.
Anche il Grana Padano con i dazi i produttori potrebbe avere una perdita record pari a -80%, finanche -90%, di export qualora la tassa passasse da 2,15 dollari a 15 dollari al chilo, facendo alzare il prezzo al consumo fino a 60 dollari al chilo.
Segue a ruota l’industria del latte perché anche i consumatori italiani e l’industria casearia dovrebbero far fronte a possibili rialzi del prezzo del latte, perché per la produzione di forme di Parmigiano Reggiano e di Grana Padano viene trasformato il 40% dell’intera produzione di latte italiano. Secondo i due Consorzi 400.000 forme di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, senza più sbocco in America, peserebbero tremendamente sugli altri mercati, a cominciare da quello italiano.
Il mercato statunitense della mozzarella di bufala campana Dop vale 10 milioni di euro, pari al 7,2% dell’export complessivo. Al consumatore americano un chilo di bufala campana costa in media 45 dollari (20 euro di produzione +2,5 di dazi +20 euro tra spedizione e intermediazioni) ma con eventuali dazi al 100% arriveremmo a 65 dollari al chilo (si calcolano sul prezzo di produzione medio) e questo potrebbe spingere a riorientare i consumi verso altri formaggi.
Oltreoceano si potrebbero inoltre ridurre i brindisi a Prosecco nonostante l’incremento dell’export nel mercato statunitense del 17% nei primi mesi del 2019. Negli States una bottiglia a scaffale nei drugstore e wine shop può vedere raddoppiato il prezzo di vendita che passerebbe dai 10-15 euro ai 20-30 euro.
L’Italia nel solo 2018 ha esportato negli Stati Uniti olio d’oliva per 436 milioni di euro, mentre l’export di pasta in Usa ammonta a circa 305 milioni. Per l’olio extravergine d’oliva venduto negli Stati Uniti il prezzo salirebbe da 12,38 euro a 24,77 euro al litro (attualmente non c’è dazio sull’olio). E pure la pasta aumenterebbe sulle tavole americane a 3,75 euro al kg rispetto agli attuali 2,75 euro. Per penne e spaghetti il dazio è in media di 6 centesimi al kg.
E ci sono anche prosciutti, marmellata, elicotteri, aerei e molti altri prodotti; un grave danno che rischia di costare posti di lavoro.