La Sicilia non smette mai di stupire per le sue bellezze paesaggistiche, enogastronomiche, territoriali e artistiche. Tra i tantissimi tesori nascosti dalle metropoli – Palermo e Catania – alle cittadine di provincia uno spicca a pochissimi chilometri dal capoluogo.

A Caccamo, presso la Chiesa della SS.Annunziata, è conservato un capolavoro della pittura fiamminga siciliana firmato da Guglielmo Borremans. Costui nacque ad Anversa alla fine del XVII secolo e lavorò come pittore in Italia, specialmente a Napoli e in tutta la Sicilia, lasciando in eredità molteplici affreschi unici.

Agrigento, Aragona, Caltanissetta, Catania, Enna, Piazza Armerina, Palermo, Alcamo e Siracusa sono alcune delle diverse tappe che Borremans fece durante l’arco della sua vita. Arricchendo edifici di culto cristiano negli anni in cui la pittura fiamminga stava stregando il nord Europa.

Nella terra dei carrefours culturali e artistici, qual è la Trinacria, un artista eccelso e magistrale come Borremans ha reso Chiese, Bade, Basiliche e Oratori dei gioielli nascosti scoperti soltanto da un occhio vigile e attento ai particolari. La città di Caccamo custodisce tra le navate della Chiesa della SS. Annunziata un dipinto, raffigurante l’Annunciazione della Vergine Maria, datato al 1725.

I colori brillanti, la scena arzigogolata e l’attenzione ai dettagli rende quest’opera un rarissimo e meraviglioso esempio della corrente fiamminga siciliana. Il manufatto è in fibra vegetale ed è costituito da un unico telo con un intreccio ortogonale di fili di trama, una lavorazione particolarissima, che prende il nome di ‘armatura tela’.

La tecnica pittorica di Borremans mostra una grandissima bravura nell’utilizzo dei pigmenti temperati in medium oleoso con una notevole attenzione alla luce e ai particolari lavorati con sovrapposizioni di colori e di dimensioni. Il quadro dovette essere restaurato per via del cattivo stato di conservazione visibile anche ad occhio nudo a causa dello stato di ossidazione dei colori.

Dal 2013 l’Annunciazione risplende nei colori e nella luce grazie all’intervento certosino dei restauratori ed è facilmente visibile, basta una visita presso la chiesa, un grande esempio di arte moderna tutta siciliana.

Maria Carola Leone
Maria Carola Leone, classe 1990. Laureata in Lingue e Letterature Moderne dell’Occidente e dell’Oriente – Curriculum orientale (Arabo, Ebraico e Francese) con votazione 110/110 e lode. Parla correttamente 5 lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico. Da sempre sostenitrice dell’arte e della cultura intraprende il suo percorso da culture-teller a 11 anni quando pubblica il suo primo articolo giornalistico sul quotidiano ‘La Sicilia’. Continua a scrivere fino a quando nel 2012 entra a far parte della condotta Slow Food 570 diventando Responsabile dei Progetti educativi, editoriali e culturali collaborando attivamente e con serietà al progetto. Attualmente è Docente di Lingue Straniere presso una scuola superiore di Palermo, si occupa di Digital Marketing, Traduzioni e sottotitolaggio e collabora per la Condotta Slow Food di Palermo.